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IV gamma: l’intera filiera produttiva va salvaguardata e valorizzata

IV gamma: l’intera filiera produttiva va salvaguardata e valorizzata
IV gamma: l’intera filiera produttiva va salvaguardata e valorizzata

IV gamma: l’intera filiera produttiva va salvaguardata e valorizzata

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Fabio Massi

Nel corso degli ultimi mesi, dalle coltivazioni al commercio, i rincari hanno colpito tutta la filiera del settore agroalimentare italiano e non hanno risparmiato la IV gamma.

Le conseguenze della guerra in Ucraina – che ha portato ad una crisi senza precedenti nel reperimento delle materie prime e nelle spese delle energia – sommate agli effetti della straordinaria siccità che ha colpito l’Europa e il Nord Italia nella stagione primaverile/estiva stanno penalizzando duramente tutte le produzioni agricole.

Fino ad ora le aziende del Gruppo IV gamma di Unione Italiana Food hanno dimostrato la consueta responsabilità che caratterizza l’intero settore, per garantire la continuità del servizio in termini di quantità e qualità, ma questa situazione non è più sostenibile.

«La tenuta stessa della filiera di IV gamma è a rischio” – commenta Andrea Battagliola, Presidente del Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food – “Già oggi, infatti, molti produttori si trovano a ridurre o rinunciare alla coltivazione, a dover fare delle scelte su quali culture prediligere, limitando o addirittura bloccando gli investimenti per poter sopravvivere.»

A rischio, quindi, c’è un settore fondamentale per l’economia in Italia: un settore che, grazie ad un fatturato di 867,3 milioni di euro nel 2021, garantisce oltre 30.000 posti di lavoro, costituendo un plus per l’agroalimentare italiano dato l’alto valore aggiunto dei prodotti. La filiera di IV Gamma, infatti, ha l’innovazione nel proprio dna, sia dal punto di vista del processo produttivo, sia dal punto di vista di prodotto, a partire dalle semplici insalate in busta, su cui si lavora costantemente per incontrare le preferenze del consumatore, per arrivare ai prodotti a più alto contenuto di servizio, come per esempio le ciotole di insalatone.

Proprio per non rischiare di banalizzare un prodotto ad alto contenuto innovativo, la parola chiave per Unione Italiana Food è valorizzare: «Per supportare un settore in difficoltà, – continua Battagliola – “è fondamentale aprire una riflessione condivisa che sfoci in una reale valorizzazione del prodotto, attraverso storytelling e posizionamento, con un confronto che deve necessariamente coinvolgere l’intera filiera, dalla produzione agricola, dalla quale ovviamente non si può prescindere, fino alla distribuzione che svolge un ruolo cruciale nel nostro settore, anche alla luce della forte presenza della private label nel nostro settore».

La possibile soluzione passa necessariamente anche da uno sforzo condiviso verso il massimo efficientamento della supply chain. Per questo diventa strategico e fondamentale intervenire sul piano logistico, per avere una migliore programmazione da parte delle aziende produttrici e garantire così effetti positivi su tutta la filiera. L’organizzazione del lavoro e l’ottimizzazione degli ordini consentirebbero, infatti, di avere minori sprechi sia di materie prime che di risorse.

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