L’effetto Coronavirus si ripercuote anche sulla Gdo che, da settimane, continua inarrestabile la crescita delle vendite, anche sul web. Gli italiani hanno messo in atto una vera e propria corsa alla spesa online a suon di click, anzi a suon di petabyte.
Perché se è vero che la Gdo si trova ora a gestire flussi di ordini e dati non previsti nemmeno dagli analisti più lungimiranti, è vero anche che i datacenter hanno capacità, misurati in petabyte appunto, dettati dagli accordi stipulati in tempi non sospetti.
Reti e datacenter della Gdo sono ora messi a durissima prova.
Infinidat, in qualità di azienda specializzata in soluzioni di data storage entreprise multi-petabyte, ha pensato di offrire un aiuto concreto al comparto della Gdo sia per i clienti già esistenti, sia per le aziende non clienti che, in questa emergenza, necessitano di maggiore capacità di storage, anche solo per un periodo limitato di tempo.
Gli aiuti introdotti da Infinidat saranno al momento attivi per 30 giorni, con possibilità di proroga a seconda dell’evoluzione dell’attuale situazione.
Nello specifico Infinidat offre capacità gratuita addizionale; sistemi in Loan (FLX) per pochi mesi e garanzia di consegna; supporto.
“Siamo consapevoli delle enormi difficoltà che le aziende devono fronteggiare in questo delicatissimo momento. La Gdo, in particolare, è al banco di prova e in azienda ci siamo chiesti subito cosa avremmo potuto fare di veramente significativo per il comparto. Negli ultimi 30 giorni, Infinidat ha registrato un aumento del 65% delle attivazioni di capacità aggiuntiva (Capacity on Demand) non pianificata e numerose richieste da parte dei clienti di capacità da attivare temporaneamente: assicurare gratuitamente l’accesso a questo servizio e una maggiore flessibilità per la nostra offerta in loan (FLX) ci ha permesso di aiutare i nostri clienti a tutelare il proprio business, ma soprattutto a supportare la Gdo nel garantire gli approvvigionamenti di cibo agli italiani”. spiega Donato Ceccomancini, Country Manager di Infinidat Italia.
