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Immobiliare retail, volano gli investimenti
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Immobiliare retail, volano gli investimenti
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Un balzo del 57%. A tanto ammonta la crescita degli investimenti immobiliari nel settore retail nell'ultimo trimestre 2010 a livello europeo, pari a 38,6 miliardi di euro. Lo sostiene CB Richard Ellis (CBRE), secondo la quale a spingere il mercato è stata soprattutto la forte crescita del numero di deal di grandi dimensioni. In totale sono state registrate 79 transazioni per singoli asset per un valore di oltre 100 milioni di euro nel corso del trimestre - il totale trimestrale più alto a partire dal primo trimestre del 2008.
Quasi due terzi dei grandi deal realizzati nel corso degli ultimi due anni hanno interessato i mercati di Regno Unito, Francia e Germania. Inoltre, a livello di singole città, Londra e Parigi sono state in assoluto i mercati con il maggior numero di grandi deal e nessun altra città ne ha concentrati più di 10 negli ultimi due anni.
Secondo Alessandro Mazzanti, Ad per CBRE Italia «in Italia nel 2010 le grandi transazioni singole si contano sulle dita di una mano: 3 uffici (Milano e Roma) e due centri commerciali (Cagliari e Roma). Rispetto ai mercati più maturi, la liquidità sul mercato Italiano è rimasta più contenuta nel 2010 e soprattutto sono mancati i capitali cross border, pari al 28% (comunque in crescita sul 2009) che in genere contribuiscono a realizzare grandi transazioni».
Quasi due terzi dei grandi deal realizzati nel corso degli ultimi due anni hanno interessato i mercati di Regno Unito, Francia e Germania. Inoltre, a livello di singole città, Londra e Parigi sono state in assoluto i mercati con il maggior numero di grandi deal e nessun altra città ne ha concentrati più di 10 negli ultimi due anni.
Secondo Alessandro Mazzanti, Ad per CBRE Italia «in Italia nel 2010 le grandi transazioni singole si contano sulle dita di una mano: 3 uffici (Milano e Roma) e due centri commerciali (Cagliari e Roma). Rispetto ai mercati più maturi, la liquidità sul mercato Italiano è rimasta più contenuta nel 2010 e soprattutto sono mancati i capitali cross border, pari al 28% (comunque in crescita sul 2009) che in genere contribuiscono a realizzare grandi transazioni».
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