di Emanuele Scarci

Questa volta Esselunga non la spunta. Il progetto di un punto vendita a Lodi, nell’area dismessa dell’ex Consorzio Agrario, tra la stazione e il centro storico, è stato cancellato dalla sentenza del Tar Lombardia con motivazioni apparentemente discutibili. Forse Esselunga potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato. Negli ultimi anni la società lombarda ha vinto numerosi contenziosi legali in Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Liguria tendenti a impedirne l’espansione.

Nel caso di Lodi, il Tribunale amministrativo ha unificato e accolto i ricorsi di Coop Lombardia del 2020, di Legambiente e del Comitato Lodi Vivibile del 2021. Tra le motivazioni principali della magistrato amministrativo, la mancata Valutazione ambientale strategica (Vas), per un intervento ritenuto invasivo, con magazzino di stoccaggio e camion, nel quartiere.
Il Piano integrato di intervento era stato approvato dalla giunta di centrodestra guidata da Sara Casanova, sostituita, dopo l’ultima tornata amministrativa elettorale, da quella di centro sinistra guidata dal sindaco Andrea Furegato.

Buco urbanistico

Nei fatti la sentenza priva la città, oltre che di un servizio sociale, dello strumento di attuazione per il recupero dell’area. In attesa dell’eventuale ricorso di Esselunga al Consiglio di Stato, da capire se la nuova amministrazione varerà un nuovo progetto.

A Lodi Esselunga controlla 4 pdv. Nel 2021 il retailer ha realizzato vendite consolidate per 8,56 miliardi. Conta su una rete commerciale di 168 supermarket e superstore e 9 negozi di prossimità laESSE localizzati nel Nord e Centro Italia. Nell’anno l’azienda ha inaugurato 7 nuovi pdv e 1 temporary e realizzate 2 ristrutturazioni.