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Il mercato pubblicitario chiude il mese di giugno a +6,2%

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Il mercato pubblicitario chiude il mese di giugno a +6,2%

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Redazione

Il mercato degli investimenti pubblicitari in Italia chiude il mese di giugno in positivo, a +6,2% (+5% senza search e social), portando il primo semestre del 2018 a +1,8, rispetto allo stesso periodo del 2017.

Se si esclude dalla raccolta web la stima Nielsen sul search e sul social, l’andamento dei primi sei mesi 2018 registra un calo del -0,4%.

«Come previsto, nel mese di giugno il mercato degli investimenti pubblicitari ha virato decisamente verso il positivo, grazie ai Mondiali di Calcio che hanno portato benefici sulla raccolta con i loro 297 milioni di spettatori (+20% rispetto al 2014) e il picco di oltre 12 milioni per la finale», spiega Alberto Dal Sasso, AIS Managing Director di Nielsen.

Relativamente ai singoli mezzi, la tv cresce nel singolo mese del +8,6% e chiude il primo semestre a +0,4%. Anche la radio registra segno positivo (+6,9%) e chiude i sei mesi a +6,8%. Seppur la perdita sia ridimensionata, rimangono in negativo i quotidiani, che calano del -1,3%, consolidando il periodo cumulato a -6,8%, così come i periodici, sia nel singolo mese che per il primo semestre, con cali rispettivamente del -5,4% e del -8,1%.

Inoltre, sulla base delle stime realizzate da Nielsen, la raccolta dell’intero universo del web advertising nei primi sei mesi chiude in positivo a +7,9% (+3,3% se si escludono il search e il social). Cresce anche il cinema del 24,3%, così come il transit (+9,5%) e la GoTv (+17,6%). In calo, invece, l’outdoor a -9,1%.

Per quanto riguarda i settori merceologici, se ne segnalano 13 in crescita, con un apporto di circa 98 milioni di euro. Per i primi comparti del mercato si registrano andamenti differenti nel periodo cumulato gennaio-giugno. Alla buona performance di abitazione (+7,1%) e cura persona (+5,7%), si contrappone la flessione di alimentari (-0,7%), farmaceutici (-4,5%) e telecomunicazioni (-9,4%).

«Per il secondo semestre è prevista una crescita fisiologicamente più contenuta rispetto al primo, che contribuirà comunque a una chiusura dell’anno intorno al +1,7%», conclude Dal Sasso.

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