A luglio i prezzi nel carrello della spesa schizzano al 9,1%. Mai così alti dal 1984
A luglio i prezzi nel carrello della spesa schizzano al 9,1%. Mai così alti dal 1984
- Information
di Emanuele Scarci
L’inflazione nel carrello supera quella generale, mai così alta dal 1984.
A luglio l’Istat
rileva che i prezzi dei beni alimentari e quelli per la cura della casa e della
persona balzano da +8,2% a +9,1% su base annuale.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,4% su base
mensile e del 7,9% su base annua. Scende di un decimo rispetto a giugno.
“Il carrello della spesa, dopo mesi di crescita ad un tasso inferiore rispetto
a quello dell’indice dell’inflazione generale, ha accelerato la sua corsa, allargando
gradualmente la forbice - commenta Carlo Alberto Buttarelli, direttore ufficio studi
e relazioni di Federdistribuzione -. Continuiamo a registrare un aumento dei
costi di produzione dei beni di largo consumo su cui impattano diverse
esternalità negative, tra cui gli aumenti dei beni energetici e delle materie
prime, oltre agli effetti pesanti della siccità, che gravano in maniera
significativa sulle filiere agroalimentari italiane”.
3 punti in bilico
Poi
Buttarelli aggiunge: “In questi mesi, le aziende della distribuzione moderna
sono riuscite a non scaricare sui consumi tra i 2 e i 3 punti d’inflazione
registrati in fase d’acquisto. Quindi l’aumento dei prezzi si sta gradualmente trasferendo
sul carrello della spesa, e in una fase di forte incertezza economica, le
famiglie ricercheranno sempre di più risparmio e convenienza. Una congiuntura
che potrebbe compromettere nei prossimi mesi i consumi, in particolare dei
prodotti agroalimentari di qualità, fiore all’occhiello delle filiere italiane
di eccellenza”.
Dal suo canto, Assoutenti osserva che “una famiglia con due figli, solo per mangiare, deve mettere in conto una maggiore spesa in media pari a +749 euro annui, una stangata senza precedenti. Il Governo deve intervenire abbandonando la politica dei bonus a pioggia e tagliando subito l’Iva sui beni primari come gli alimentari, in modo da portare ad una immediata riduzione dei prezzi al dettaglio e a benefici diretti per le famiglie”.
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