di Emanuele Scarci

Si dividono definitivamente i destini dei fratelli Illy. Dopo il divorzio del fratello Francesco è arrivato anche quello di Riccardo. Le assemblee straordinarie hanno deliberato la scissione della holding del caffè da quella dei prodotti dolciari/the/cioccolato. Riccardo Illy controllerà il 95% del Polo del gusto tramite la holding Exgi, mentre il 2,5% continuerà a essere in portafoglio al Gruppo Illy e il restante 2,5% alla famiglia Ponti.

Anna e Andrea controlleranno l'80,5% della RAA, finanziaria che già ha rilevato la quota del 20% di Francesco Illy e che detiene il gioiello di famiglia illycaffè, la società che produce quasi tutti gli utili del gruppo triestino. Una quota del 19,5% farà capo a Daria Illy, figlia di Riccardo.

Contestualmente, Anna e Andrea controlleranno, rispettivamente, la Sunshine e la Finilly, risultanti dalla scissione del Gruppo Illy, che deterranno entrambe circa il 5% della illycaffè. Il gruppo Illy ha in portafoglio circa il 70% della illycaffè, di cui il fondo Rhône Capital ha il 20%. Entro dicembre la complessa operazione sarà perfezionata.

Fuori Francesco

Il primo dei 4 fratelli a lasciare il gruppo triestino è stato Francesco. A fine 2022, dopo un lungo braccio di ferro giudiziario, la cantina senese Mastrojanni (valutata 50,2 milioni) è passata a Francesco Illy, insieme a 100 milioni cash.
Perché il divorzio in famiglia? Da anni le visioni sulla strategia aziendali divergevano, tanto che Francesco e Riccardo si dimisero dal cda di illycaffè.
"La finalità dell'operazione - recita un comunicato congiunto di Anna, Andrea e Riccardo Illy - è creare maggiore valore economico e prospettive di lungo termine per tutti gli stakeholder attraverso specializzazione dei mestieri e semplificazione delle compagini azionarie, salvaguardando i rapporti armoniosi tra i diversi rami".

Nel 2022 illycaffè ha realizzato ricavi consolidati per 567,7 milioni (+13,6%) e un utile netto di 14,2 milioni (+18,9%). il Polo del gusto (Domori, Damman, Agrimontana, Prestat) ha realizzato un giro d’affari di 110 milioni di euro, +8%.