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Fico volta pagina e riparte da luglio con 60 aziende

Fico volta pagina e riparte da luglio con 60 aziende
Fico volta pagina e riparte da luglio con 60 aziende

Fico volta pagina e riparte da luglio con 60 aziende

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci

Riparte Fico Eataly World, con una visione diversa, 4 giorni d’apertura a settimana e un biglietto d’ingresso (10 euro) ma soprattutto con obiettivi realizzabili.

Riaprirà il 7 luglio dopo aver abbassato le saracinesche il 26 ottobre per la pandemia. All’appello hanno risposto una sessantina di aziende espositrici. Il grande parco agroalimentare bolognese “non sarà più una sorta di supermercato” come sostiene il ceo Stefano Cigarini, ma i 100 mila mq di superficie (di cui 80mila coperti) saranno suddivisi in 7 aree tematiche, costruite ludicamente intorno al tema dominante del cibo. Peraltro nel 2020 Fico aveva puntato su Luna Farm, il parco divertimenti a tema contadino costato 11 milioni, che avrebbe dovuto facilitare il rilancio. Insomma, rispetto al passato il parco agroalimentare sarà un po’ più una Disneyland del cibo con tante attrazioni “ma senza cambiare pelle: quello che cambia è il tipo di proposta all’ospite” sostiene Cigarini.

Operazione realtà

Inutile recriminare sul primo progetto nato da un’idea straordinaria: location e città inadeguate piuttosto che su un piano sovradimensionato. Il nuovo Fico si è dato obiettivi realistici: da 5 milioni di visitatori all’anno si è passati a 1 milione. Quattro giorni di apertura con orari limitati. Inaugurato nel novembre del 2017, il parco ideato da Oscar Farinetti si proponeva di diventare un polo di attrazione internazionale per il turismo, ma si era quasi subito capito che il progetto avrebbe avuto problemi. Nel 2019 la società ha registrato perdite per 3 milioni e altri 4,2 milioni nel 2020. Recentemente gli azionisti Eataly e a Coop Alleanza 3.0 hanno sottoscritto un aumento di capitale di 5 milioni per sostenere il rilancio.

Chi rimane

L’anno scorso alcune aziende avevano manifestato l’intenzione di lasciare Fico, ma oggi Cigarini garantisce che le più importanti sono rimaste e il saldo è in parità. Fino al 2019 Fico ospitava 100 imprese-espositrici del food, con 40 mini fabbriche, 6 aree didattiche con corsi di ogni tipo e 40 luoghi di ristoro. Molti brand di primo piano rimarrebbero (il sito non li riporta), come Granarolo, i consorzi del Parmigiano Reggiano, del Grana Padano e della Mortadella di Bologna, Molino Grassi, Carpigiani, Birra Baladin, Amarene Fabbri. In tutto una sessantina di aziende.

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