Felice si dimette da Caviro. Il presidente Dalmonte: incendio e alluvione non ci hanno piegati
Felice si dimette da Caviro. Il presidente Dalmonte: incendio e alluvione non ci hanno piegati
- Information
di Emanuele
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Dimissioni del direttore generale di Caviro, SimonPietro Felice.
La notizia circolava da almeno
2 giorni, ma fino a ieri pomeriggio è stata seccamente smentita dal vertice
aziendale.
Dopo 6 anni al vertice operativo della grande cooperativa di Faenza, Felice ha
rassegnato le dimissioni per motivi personali ma il rapporto professionale con Caviro
terminerà il prossimo 31 agosto, data di chiusura dell’anno fiscale 2022/2023. Non si
conoscono le motivazioni del divorzio, ma, come di prassi, si ricorre alla
formula delle ragioni personali. Prima di
Caviro, Felice era stato ceo della veneta Botter per 18 mesi.
Extra performance
L’anno fiscale 2021-2022 di Caviro è stato trainato dal business dell’economia circolare
di Caviro Extra, controllata che trasforma i sottoprodotti della vinificazione in alcol, prodotti nobili,
energia e fertilizzanti.
Nel complesso i ricavi
consolidati hanno
raggiunto il livello record di oltre 417 milioni di euro, +7,1%
sull’esercizio precedente; l’Ebitda si è attestato a 36,2 milioni (31 milioni
il precedente), con un’incidenza dell’8,7% sul fatturato, mentre l’utile è
stato di 9,6 milioni.
Bene anche l’export (in oltre 80 Paesi) con un fatturato complessivo di 123
milioni, diretto per lo più verso Regno Unito, Usa, Svizzera, Germania e
Francia.
Il fatturato di Caviro si suddivide in tre business: vino 65%, mosti, alcol
e acido tartarico 20%, energia e ambiente 15%. I vini da tavola sono il core
business della divisione, a partire dal Tavernello. Ma nell'offerta ci sono
anche i vini veneti di Cesari, i toscani della Leonardo e i romagnoli di
Vigneti Romio. Il Tavernello è il vino italiano più venduto al mondo e, secondo
il ranking Impact DataBank, si piazza nei primi 10 marchi mondiali.
Stress test
Negli scorsi mesi, Caviro è stata colpita sia dall’alluvione sia (in particolare) da un disastroso incendio agli impianti di Caviro Extra di Faenza. Le fiamme hanno divorato 15 silos da 200 metri cubi di alcool con diverse esplosioni. Le cause sono rimaste ignote.
Quale il
peso della duplice tragedia su Caviro? “Il nostro è stato uno stress test da
cavallo - risponde a Distribuzione Moderna il presidente Carlo Dalmonte
-. Solo da qualche giorno abbiamo riavviato a pieno gli impianti di Caviro
Extra, ma c’è voluto un mese di lavoro. Mentre i danni dall’alluvione sono
stati, tutto sommato, limitati rispetto a quello che succede ancora oggi a
tante aziende. Ovvio che il danno dei due eventi sarà rilevante anche sul
bilancio dell’azienda”.
Quanto ai danni materiali provocati dall’incendio, Caviro è assicurata con
Generali e il presidente della cooperativa faentina si attende “un congruo indennizzo”.
Infine, quale il trend di Caviro sul mercato? “La domanda di mercato è tutt’altro che brillante - osserva Dalmonte - ma noi ci siamo difesi benino. Abbiamo aumentato il listino per almeno il 10%, ma trattare con la grande distribuzione è complicato e loro che detengono il potere lo esercitano”.
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