Federolio: accordo di filiera non ha a che fare con l'"italico"
Federolio: accordo di filiera non ha a che fare con l'"italico"
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Federolio ribadisce che la finalità dell’accordo con Unaprol e Coldiretti è esclusivamente quella di valorizzare l’olio 100% italiano e che nulla ha a che vedere con quello che si è imposto come “italico”.
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Le imprese della Federolio auspicano che – attraverso l’Accordo di Filiera – la produzione nazionale possa crescere sempre più e diventare al più presto sufficiente a soddisfare il fabbisogno nazionale, sia interno che legato all’export. Oggi il prodotto 100% italiano commercializzato in Italia ha solo l’8% di quota di mercato, contro il 90% di quota del prodotto comunitario.
Nel tempo che ci separa dal momento in cui la produzione nazionale sarà sufficiente a coprire il fabbisogno, le imprese non possono cessare la loro attività e quindi necessitano di selezionare materia prima anche all’estero, prevedendo nella loro gamma anche prodotti composti da una percentuale di oli extravergine provenienti da altri Paesi.
Inoltre, in un articolo pubblicato il 20 luglio su Il Sole 24 Ore sul piano di espansione di Bertolli negli USA, si legge che il gruppo spagnolo Deoleo – titolare dei marchi Bertolli, Carapelli e Sasso e il più importante tra gli associati Assitol – lavora in collaborazione con Confagricoltura per “far crescere la percentuale di olio italiano nei blend”.
Quello di portare all’interno delle bottiglie di extravergine comunitario una percentuale maggiore di olio italiano rispetto all’attuale è un intento condiviso, ma quando ne ha parlato Federolio si è gridato allo scandalo. Federolio e Unaprol ne hanno parlato nell’ambito di un ampio e variegato dibattito in occasione della Convention di giugno, ma poi, in quella stessa sede, hanno siglato l’ accordo per il 100% italiano, mentre Confagricoltura e Deoleo si disinteressano del 100% italiano, ma sui blend sono già al lavoro e Deoleo con una particolare attenzione a valorizzare l’olio californiano.
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