Il rapporto sull’innovazione presentato nei giorni scorsi a Bruxelles rivela un quadro abbastanza allarmante sia per il continente in generale che per l’Italia in particolare. Siamo del resto ben lontani a quel target del 3% del Pil che l’Ue avrebbe fissato, teoricamente, come quota da riversare sulla R&S.

Usa e Sol Levante viaggiano di 40 punti sopra le medie dell’Europa e, neanche tanto a sorpresa, emerge la Cina, con un trend del +7% annuo, rispetto a un Vecchio Continente i cui investimenti progrediscono con un tasso inferiore a 1 punto.

Quanto all’Italia, esiste una sproporzione tra il grado di industrializzazione e sviluppo del Paese, e la disponibilità all’innovazione, sproporzione che ci inserisce ancora nel pattugliane dei “moderati”. Svettano, al contrario, i Peasi Scandinavi, la Danimarca e la Germania. Relegati in coda invece ci sono due delle nazioni baltiche, più Romania e Bulgaria.