È morto ieri. 23 settembre, a soli 65 anni, il cooperatore Adriano Turrini già presidente di Coop Alleanza 3.0.

Quando il 26 giugno 2020 Turrini, primo grande timoniere della mega cooperativa (5,3 miliardi di euro di fatturato lo scorso anno), aveva lasciato le redini, non aveva fatto molti misteri e aveva ammesso, pubblicamente, che i suoi motivi erano strettamente di salute.

Perdere quella che è stata anche una sua creatura gli ha causato un grande dolore: “Lascio da innamorato”, aveva detto. Turrini, da allora, è passato a dedicarsi alla propria salute, “un impegno non più procrastinabile”.

Chi era Adriano Turrini? Di lui si sa tutto e niente. Tutto in quanto, come top manager delle coop rosse, la sua carriera è nota e altamente documentata, niente perché, a dispetto della sua romagnola cordialità, la vita privata di un alto dirigente è, salvo eccezioni e per fortuna, un tema riservato.

Nato il 15 novembre 1956, a Crespellano, ex comune della provincia di Bologna, poi confluito nella municipalità di Valsamoggia, Adriano era figlio di una terra avvezza da secoli al lavoro nei campi e nelle fabbriche, al commercio, all’operosità. A 25 anni, come tanti del suo territorio, si è iscritto al Partito comunista italiano, e poi al nuovo Pds, di Achille Occhetto.

Dal momento che la cooperazione è nel Dna della sinistra, Turrini, dopo una breve carriera politica, ha incominciato a percorrere il cursus honorum nel mondo Coop.

In contemporanea con l’impegno attivo nel partito è stato, dal 1974 al 1978, dipendente di Coop Emilia Veneto. Dal 1991 al 1998 ha svolto il compito di responsabile del settore agro alimentare di Legacoop Bologna, dal 1982 al 1991 presidente di Cia-Confederazione italiana agricoltori, dal 1996 al 1999 presidente di Unicarni, dal 1997 al 1998 presidente e amministratore delegato di Corticella Molini e Pastifici.

Seguono numerose altre cariche, anche nella finanza e assicurazioni, per arrivare, appunto, nel 2016, ai vertici di Alleanza, la più grande cooperativa di consumatori europea.

Una vita operosissima e conclusa troppo presto ma, se non altro, dopo una luminosa carriera. Lascia la moglie e due figli.