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Differenze inventariali: nell'apparel costano 375 mln di euro all'anno

Differenze inventariali: nell'apparel costano 375 mln di euro all'anno
Differenze inventariali: nell'apparel costano 375 mln di euro all'anno

Differenze inventariali: nell'apparel costano 375 mln di euro all'anno

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Redazione

Secondo quanto emerso dalla ricerca “Retail Security in Europe.

Going beyond Shrinkage”, realizzata da Crime&Tech, spin-off dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, con il supporto di Checkpoint Systems, fornitore di soluzioni verticalmente integrate per il retail, le differenze inventariali corrispondono all’1,5% del fatturato del 2017.

Inoltre il solo settore dell’abbigliamento, se considerato singolarmente, ha registrato tra il 2015 e il 2017 una percentuale di perdite pari all’1,4%, seguita dall’1,3% dei retailer specializzati in accessori: l’89% dei rispondenti hanno comunque registrato un drastico calo rispetto al biennio precedente.

Se il trend registra una netta diminuzione delle differenze inventariali, il costo di queste resta ugualmente molto alto: in media le perdite annue per i retailer dell’apparel ammontano a 375 milioni di euro, che sommati alle cifre dei settori che si occupano di scarpe e accessori arriva a 464 milioni. Inoltre la cifra aumenta ancora di più se si prendono in considerazione anche tutte le altre divisioni del retail, raggiungendo i 49 miliardi di euro l'anno.

Grazie alle testimonianze dei retailer, lo studio ha messo anche in luce quali sono gli articoli più rubati del settore fashion-apparel: al primo posto ci sono i pantaloni, seguiti dai pullover e dalle camicie.

L’abbigliamento risulta anche essere il settore maggiormente soggetto ai furti definiti “interni”, come ad esempio l’appropriazione indebita di beni e di denaro. Una fetta importante delle perdite nell’apparel è poi dovuta alle restituzioni di prodotti difettosi (da non confondersi con il sempre più dilagante fenomeno del wardrobing, ossia i resi fraudolenti).

In Europa i retailer spendono in media lo 0,62% del fatturato in misure di sicurezza e l’abbigliamento è tra i settori che investono più risorse, utilizzando lo 0,7% del proprio fatturato in tecnologie e mezzi per la protezione della merce.

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