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Coronavirus: la Pasqua “amara” delle imprese dolciarie italiane

Coronavirus: la Pasqua “amara” delle imprese dolciarie italiane
Coronavirus: la Pasqua “amara” delle imprese dolciarie italiane

Coronavirus: la Pasqua “amara” delle imprese dolciarie italiane

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Redazione

“Prolungare per quest’anno di una settimana la permanenza dei prodotti pasquali, come uova di cioccolato e colombe, sugli scaffali dei supermercati e, con la collaborazione della Grande distribuzione organizzata, rimandare fino alla domenica successiva il reso dell’invenduto”.

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Ad avanzare la proposta è Santi Finocchiaro, presidente Dolfin SPA e vicepresidente Confindustria Catania, che spiega come la stessa Dolfin – azienda siciliana di Riposto (Ct) conosciuta in tutto il mondo per i Polaretti e produttrice di uova di cioccolato dal 1964 – viva, come tutto il comparto, un momento di difficoltà con la chiusura dei centri commerciali e di conseguenza con grande sofferenza da parte degli ipermercati (canale che raccoglie il 30% delle vendite) che, vedendo diminuire l'utenza, hanno disdetto importanti commesse dei mesi scorsi per le quali l’azienda aveva potenziato la produzione e si accingeva alla distribuzione nelle piattaforme Gdo.

Nel caso di Dolfin sono oltre 3 milioni le uova di Pasqua messe in produzione per la Pasqua 2020 (l’equivalente di 670 tonnellate di cioccolato) e abbinate a importanti licenze internazionali - come il fenomeno esplosivo tra gli young e tween dei Me contro Te, l'intramontabile Barbie della Mattel, l'amatissimo coniglietto Bing e molte altre assai popolari tra i bambini e i ragazzini – per le quali l’azienda catanese ha affrontato grossi investimenti tanto da registrare un 45% di ordini in più rispetto allo scorso anno: un’ottima partenza vanificata dall’attuale crisi.

“Per noi di Dolfin – continua Finocchiaro – la campagna pasquale incide sul 40% del fatturato complessivo, perché siamo presenti tutto l’anno sugli scaffali con prodotti continuativi e con altri legati al periodo estivo (polaretti, sorbetti e granite) e al Natale. Ma per le aziende delle ricorrenze, come quelle che lavorano i lievitati, sono a rischio il lavoro e gli investimenti di un anno intero: penso anche alle filiere di artigiani e pasticcerie. Un comparto in ginocchio quello dolciario, con conseguenze che, alla lunga, si proietteranno sui livelli occupazionali di migliaia e migliaia di lavoratori delle industrie e dell’indotto. In proposito abbiamo apprezzato l’intervento del ministro Teresa Bellanova (Mipaaf) che, lanciando l’hashtag #iononrinuncioalletradizioni, ha dimostrato vicinanza al settore dell’agroalimentare nell’imminenza della ricorrenza pasquale. Da parte nostra l’auspicio di poter dilatare il tempo della festa più importante della primavera in questi giorni difficili per tutto il Paese”.


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