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Carrello anti-inflazione, partenza flop. Mancano i bollini tricolore, caos tra gli scaffali

Carrello anti-inflazione, partenza flop. Mancano i bollini tricolore, caos tra gli scaffali
Carrello anti-inflazione, partenza flop. Mancano i bollini tricolore, caos tra gli scaffali

Carrello anti-inflazione, partenza flop. Mancano i bollini tricolore, caos tra gli scaffali

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Redazione

di Mario Cusano

Dal 1 ottobre il patto anti-inflazione, sottoscritto da oltre 32 associazioni di categoria e da numerose imprese del largo consumo lo scorso 28 settembre, avrebbe dovuto aiutare milioni di consumatori ad alleggerire lo scontrino della spesa quotidiana. Se ne parla da molte settimane, ma a due giorni dallo start ufficiale sono i dipendenti dei punti vendita a fungere da calmiere all’ira dei clienti. Abbiamo fatto un giro nei supermercati del comune di Volla, alle pendici del Vesuvio, in cui operano praticamente tutte le principali insegne del panorama distributivo e la situazione non sembra, infatti, essere ancora sotto controllo. Nei supermercati Conad, Coop, Decò e Piccolo, presenti nella lista ufficiale pubblicata sul sito del Ministero, c’è ancora molta incertezza.


Tra le corsie nessun bollino tricolore

In tutte le insegne visitate neanche l’ombra del celeberrimo carrello tricolore, simbolo dell’iniziativa governativa. La spiegazione di addetti e responsabili di punto vendita è la stessa ovunque: nessuno ha ricevuto i materiali e le stampe fai da te potrebbero risultare addirittura controproducenti. Meglio attendere, dunque, che gli uffici marketing delle centrali spediscano frontalini e locandine e che i sistemi informativi implementino il logo ministeriale nelle etichette elettroniche. Solo in Conad, in verità, una piccola locandina all’ingresso del punto vendita rimandava all’iniziativa, legata a doppio filo alla già collaudata meccanica del “Bassi e Fissi”.

Il rebus della Mdd e le sue tante linee

Ma quali prodotti saranno realmente ribassati del 10%? Anche qui le risposte sono diverse e non manca un certo grado di confusione. In tutte le insegne dovrebbero essere, principalmente, i prodotti di private label i protagonisti del paniere calmierato. E se le merceologie sembrano abbastanza delineate, sulle linee interessate regna il mistero. Perché la marca del distributore è, in alcuni casi, un ecosistema molto complesso, dove s’intrecciano numerose linee di prodotto: premium, salutista, funzionale, sostenibile. Saranno ribassati, ad esempio anche i prodotti a marchio Gastronauta di Decò e quelli della linea Fior Fiore Coop? Risposte evasive, a tratti possibiliste: i repartisti e i responsabili di punto vendita cercano di prender tempo in attesa di un listato ufficiale. E intanto, in coda alle casse, serpeggiano il malumore e il timore dell’ennesima fregatura.

Quale contributo dall’industria di marca?

Nel bailamme di questo secondo giorno del patto anti-inflazione, l’Industria di Marca è al momento ai margini della discussione. Anche la comunicazione istituzionale latita, nonostante le grandi multinazionali abbiamo ampiamente annunciato la loro adesione al patto: sono i retailer ad avere in mano il pallino del gioco, a loro spetta la prima mossa sul campo. Qualche cliente si rifugia nel volantino, dove le marche da sempre propongono sconti ben al di sopra del famigerato 10%. In tutti i punti vendita le aree promozionali e le testate di gondola, infatti, strabordano di prodotti dei più noti brand con tagli prezzo molto più profondi: al momento è ancora il volantino, cartaceo o digitale che sia, l’unica vera arma anti-inflazione in campo.



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