Assipan e Assopanificatori chiedono lo stato di crisi del settore
Assipan e Assopanificatori chiedono lo stato di crisi del settore
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Negli ultimi anni il consumo di pane in Italia è sceso del 40%, con un utilizzo pari a 31 chili pro capite l’anno, un livello largamente inferiore rispetto a quello di altri Paesi dell’Ue.
È questa la denuncia di Assipan-Confcommercio e Assopanificatori-Fiesa Confesercenti sulla crisi del settore.
Dal 2008 ad oggi – continua la nota - si contano meno di 3000 imprese della produzione, meno di 1000 punti vendita e prezzi del pane costantemente al di sotto dell’indice medio di incremento dei prodotti alimentari a fronte di tariffe per le utenze che aumentano a due cifre. Ad aggravare la situazione, poi, la concorrenza sleale della Gdo che utilizza il pane fresco come prodotto civetta e il fenomeno dell’importazione del pane congelato dall’Est Europa.
Sono, dunque, necessarie e urgenti azioni di sostegno alla rivalutazione del “prodotto pane” nell’alimentazione e di valorizzazione della panificazione. Per questo Assipan-Confcommercio e Assopanificatori-Fiesa Confesercenti chiedono il riconoscimento dello stato di crisi del settore e hanno inviato al Ministero dello Sviluppo Economico un documento che individua in 10 punti i temi da affrontare e risolvere.
In particolare, le due Associazioni indicano: misure di sostegno a favore di imprese e lavoratori che evitino la perdita di posti di lavoro; la costituzione di un tavolo di confronto permanente; azioni per la valorizzazione del pane e dei prodotti da forno; il rafforzamento della lotta all’abusivismo e alla contraffazione; l’istituzione di una Consulta della Panificazione; l’introduzione di modifiche significative per la semplificazione del sistema fiscale; il riconoscimento dell’attività di panificatore come “lavoro usurante”; la tutela dei panifici come luoghi storici della cultura agroalimentare italiana; il contrasto alla vendita sottocosto.
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