A novembre l’inflazione si concede una pausa. Nel carrello della spesa sale al 12,8%
A novembre l’inflazione si concede una pausa. Nel carrello della spesa sale al 12,8%
- Information
di Emanuele Scarci
La corsa dei prezzi si prende una pausa e a novembre l’indice generale Istat dei prezzi al consumo si ferma all’11,8% su base annuale, come a ottobre.
Mentre il carrello
della spesa (comprende i beni alimentari, quelli per la cura della casa e della
persona) passa dal 12,7%
al 12,8%.
La tensione nel carrello della spesa si conferma dunque superiore al dato
dell’inflazione generale.
Rimangono elevate invece le tensioni sui prezzi dell’energia e sugli alimentari lavorati.
Frena per la prima volta da 17 mesi l’inflazione nell’Eurozona: a novembre i prezzi al consumo sono cresciuti del 10% su base annua, in frenata rispetto al 10,6% di ottobre ma al di sotto delle aspettative degli economisti (10,4%).
Quali le aspettative per
i prossimi mesi? Il prezzo internazionale del petrolio è scivolato intorno agli
85 dollari e anche quello del gas ha ripiegato rispetto ai massimi dell’estate.
Il calo dei prezzi al consumo in Spagna (dal 7,6% al 6,8%) e in Germania (dall’11,6%
all’11,3%) farebbero pensare a un rallentamento anche in Italia nei prossimi
mesi. Tuttavia in Italia molti operatori dell’industria sostengono che da
gennaio la distribuzione moderna dovrà accogliere i nuovi listini che sommano
parte dell’inflazione da costi del 2022. Almeno 3 -4 punti percentuali.
Consumatori attenti
“In questi mesi - commenta Carlo
Alberto Buttarelli, direttore di Federdistribuzione - le aziende
della distribuzione hanno gradualizzato il trasferimento sui prezzi al consumo riducendo
i propri margini economici. Inoltre, stiamo registrando una frenata a volume
dei consumi, sia nel settore food che nel non-food, primi segnali di un
andamento delle vendite per il periodo natalizio che saranno sottotono per
3 italiani su 5. Da un’indagine Ipsos, emerge che 4 italiani su
10 sono più attenti a limitare gli sprechi e acquistano solo i prodotti alimentari strettamente necessari. Inoltre, oltre un
terzo ha ridotto i consumi o cerca soluzioni più economiche a parità di
prodotti. Anche per quanto riguarda il comparto dell’abbigliamento e
delle calzature quasi 4 italiani su 10 hanno ridotto gli acquisti”.
Natale freddo
Secondo
Federdistribuzione, le previsioni per i primi mesi del 2023 indicano
un’ulteriore frenata dei consumi, influenzata da un livello di inflazione che
si manterrà su livelli elevati. Un effetto che impatta in particolar modo, ma
non esclusivamente, le fasce di reddito più basse. “La situazione in cui ci troviamo - conclude Buttarelli - deve essere
affrontata intervenendo sui maggiori costi che le imprese stanno sostenendo ed
evitando di incamerare ulteriori rialzi dei prezzi, in un momento in cui si
comincia a segnalare un rallentamento dei costi delle materie prime a livello
internazionale. Le imprese
della distribuzione non possono farsi carico di ulteriori oneri ed essere lasciate
sole nel difendere il potere d’acquisto delle famiglie”.
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