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Cibus chiude con 20 mila visitatori. Nel 2026 TuttoFood sfida Sial Paris

Cibus chiude con 20 mila visitatori. Nel 2026 TuttoFood sfida Sial Paris
Cibus chiude con 20 mila visitatori. Nel 2026 TuttoFood sfida Sial Paris

Cibus chiude con 20 mila visitatori. Nel 2026 TuttoFood sfida Sial Paris

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci

Dopo due giorni, cala il sipario su Cibus Connecting Italy, la versione smart del salone internazionale dell’alimentazione di Parma.

Tra meno di 40 giorni è in programma il taglio del nastro di TuttoFood a Milano.

Secondo gli organizzatori, la due giorni di Cibus ha segnato dati positivi su espositori e visitatori, a testimonianza della vitalità di un comparto che ha superato, indenne, il periodo della pandemia e sta delineando le migliori strategie per affrontare le problematiche scaturite dall’inflazione. Oltre 20 mila operatori hanno visitato gli stand delle aziende alimentari italiane. Tra essi 1.500 top buyer esteri, di cui 250 portati a Parma dal programma di incoming di Agenzia Ice. Il successo di questa edizione di Cibus Connecting Italy è stato favorito anche dal nuovo contesto fieristico definito dall’accordo tra Cibus e Tuttofood, sottoscritto da Fiere di Parma e Fiera Milano.

Nelle due giornate di manifestazione, si è dato spazio agli eventi (circa 40 in calendario), all’innovazione (con circa 500 nuovi prodotti in esposizione) e a 4 nuove aree tematiche: ortofrutta fresca made in Italy, ingredienti e tecnologia per gelato e pasticceria, nutraceutica e prodotti funzionali a formulazione vegetale.
Nel 2022, l’export di prodotti agroalimentari italiani si è attestato al record di 60,7 miliardi di euro, +15% sul 2021.

“Un risultato straordinario che conferma l’energia e la vitalità dell’agroalimentare italiano; anche in periodo di drammatica volatilità le nostre imprese si mostrano creative e attrattive lanciando sul mercato prodotti sempre più contemporanei – ha commentato Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma –. Sono stati due giorni particolarmente intensi dove gli operatori internazionali hanno potuto toccare con mano le novità del food&beverage dedicati ai diversi canali, dalla gdo al food service, e nelle varie categorie, dai prodotti del territorio agli integratori. Una edizione di Cibus multicanale e plurisettore che proietta Fiere di Parma verso il nuovo ciclo che la vedrà impegnata, dal prossimo maggio, anche nell’organizzazione di TuttoFood.”


Il calendario

A margine dell’inaugurazione di Cibus, Cellie ha tratteggiato il calendario delle 3 manifestazioni che saranno molto probabilmente guidate da lui stesso. Infatti entro il 31 marzo il cda di Fiere di Parma approverà il bilancio 2022 ed entro aprile l’assemblea dei soci nominerà i 9 membri del nuovo cda che vedrà l’ingresso dei rappresentanti del nuovo azionista Fiera Milano. Il nuovo organo di amministrazione indicherà anche l’amministratore delegato, quasi certamente Cellie.
Nel calendario fieristico del top manager, Cibus è fissato a maggio 2024, TuttoFood a maggio 2025, Cibus ConnectingItaly a marzo 2026 e TuttoFood a ottobre 2026, quindi Cibus a maggio 2027 e Tuttofood a ottobre 2028. Il calendario si integra anche con il salone milanese Host (ristorazione e accoglienza) che si tiene negli anni dispari in ottobre, lo stesso mese/anno del colosso tedesco Anuga.

Cellie ha sottolineato che TuttoFood sarà spostato nell’ottobre degli anni pari (sia pure dal 2026), in competizione diretta con il salone parigino Sial. “Cibus e Tuttofood non si faranno più concorrenza - ha dichiarato l’amministratore delegato – e potremo così specializzare i buyer secondo le caratteristiche delle due fiere. Peraltro Cibus somiglia più al Sirha di Lione”.

Vedo grigio

Il timore della recessione è un aspetto fortemente presente nelle nuove dinamiche d’acquisto: è questo il senso dello studio che NielsenIQ ha presentato a Cibus. Nel primo bimestre del 2023, la riduzione del reddito disponibile ha tagliato del 5% le vendite a volume di beni di largo consumo e le intenzioni di acquisto per tutto il 2023 puntano sul -11% per il grocery e -45% per i pasti fuori casa.
La crisi delle vendite non riguarda solo l’Italia: in Uk a gennaio i volumi si sono indeboliti del 6,9%, in Germania del 4,7%, in Spagna del 4,3% e in Francia del 2,8%. Le intenzioni di spesa per il 2023 risultano in crescita in Germania dell’11% e in Spagna dell’1%. In Francia in calo dell’11%.

"Lo spettro della recessione è al centro delle preoccupazioni dei cittadini europei ed americani – ha detto Matteo Bonù, di NielsenIQ -. La contrazione delle vendite di prodotti di largo consumo è uno degli effetti tangibili. Tuttavia, non tutte le persone e le categorie merceologiche reagiscono nello stesso modo. Il consumatore cura il proprio benessere personale e ricerca sempre più attentamente i prodotti con il miglior rapporto qualità-prezzo. Ci sono quindi ancora opportunità per le imprese che sapranno intercettare questi bisogni".

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