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Un anno duro per la pasta secca

Un anno duro per la pasta secca
Un anno duro per la pasta secca

Un anno duro per la pasta secca

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Stefania Colasuono

Il comparto della pasta secca ha chiuso lo scorso anno con un andamento in leggera flessione, registrando un calo dell’1,7% a volume (con oltre 681 milioni di tonnellate di prodotto venduto) e dell’1% a valore, per un fatturato complessivo che supera i 901 milioni di euro (dati Iri, totale Italia iper+super+lsp, at febbraio 2015).

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Scende la semola…

Per quanto riguarda le diverse categorie, è la pasta di semola a registrare i risultati più negativi segnando un -2,6% sia nelle quantità che nel giro d’affari. Non sta meglio neanche il segmento della semola arricchita, che scende addirittura del 19,7% a volume e del 12,7% a valore.

…salgono le “speciali”

Il 2014 ha mostrato, invece, il buono stato di salute delle paste speciali - a base di riso, mais e prive di glutine - le cui vendite hanno subito un incremento nelle quantità pari al 49,2% e nel fatturato del 30,9%. Bene anche l’andamento della pasta di kamut (rispettivamente +11,9% e +10%) e di quella integrale, con un aumento del 31% a volume e del 28,5% a valore. «Sono da segnalare» afferma a questo proposito il reparto marketing e commerciale di La Molisana «le buone performance delle paste di farina speciale (mais, riso, kamut e integrale) che - con un business da 70 milioni di euro - dimostrano che la richiesta di prodotti salutistici non conosce crisi».

Gli italiani e la pasta

La pasta, si sa, è uno dei simboli della tradizione culinaria italiana famosa in tutto il mondo: ma come sono suddivisi i suoi consumi nelle varie zone del Paese? A detenere il primato è il Mezzogiorno con una quota 34,4% a volume e del 30,4% a valore, seguito dalle regioni del Nord-Ovest (24,2% e 25,6%) e del Centro (24,4% e 25,4%). Fanalino di coda, invece, il Nord-Est (16,9% e 18,6%).

L’andamento in Gdo

Analizzando le vendite nella grande distribuzione si può notare come esse si concentrino principalmente nei supermercati, che hanno una quota del 66,6% nelle quantità e del 66,3% per quanto riguarda il fatturato. In seconda posizione si trovano, invece, i piccoli negozi a libero servizio (17,7% e 18%), mentre gli ipermercati rappresentano rispettivamente il 15,7% e il 15,8% delle vendite. «L’unico store format che conferma il trend positivo, perché in grado di adeguarsi alle esigenze del consumatore in termini di offerta e di assortimento, è il canale super mentre possiamo definire strutturale la forte crisi che ha investito gli ipermercati» sottolineano da La Molisana.

Promozioni e private label

Nel corso del 2014 la pressione promozionale relativa al mercato nella sua completezza ha raggiunto quota 48,5 punti percentuali; spostando l’attenzione alla sola marca commerciale, invece, essa è del 35,5%. Negativo, tra l’altro, il trend registrato dalla private label, in calo del 7% a volume e del 10% a valore.

I formati preferiti

Tra le numerose tipologie di pasta presenti in commercio, ce ne sono alcune maggiormente apprezzate dai consumatori: «secondo un’indagine Doxa del settembre 2014» spiega a questo proposito Riccardo Felicetti, presidente dei pastai di Aidepi «gli italiani (67%) preferiscono i formati lunghi (soprattutto spaghetti e vermicelli), seguiti da pasta “corta lunga” tipo fusilli, rigatoni, penne e garganelli (64%) e da quella “corta media” come pipe, orecchiette e mezze penne (54%)».

Il Made in Italy nel mondo

Tutto il mondo continua a essere un grande appassionato della pasta Made in Italy, consentendo così ai player del settore di incrementare le proprie attività di esportazione. «Nel 2014» precisa Riccardo Felicetti «l’export ha ottenuto buoni tassi espansivi - +3,6% a volume e +3,5% a valore - destinando sui mercati esteri circa 1 milione 971 mila tonnellate di pasta italiana, per un giro d’affari di 2.087 milioni di euro. Nella “top five” a valore sono confermati Germania, Regno Unito, Francia, Usa e Giappone, che hanno acquistato complessivamente circa il 57,5% dell’export italiano di paste alimentari. In Europa, il primato è detenuto dalla Russia (+11,5% a volume e +10,8% a valore) e aumentano i consensi anche in mercati lontani come la Colombia (+41% e +30%)». A conferma di questo successo, La Molisana continua a registrare risultati soddisfacenti all’estero: dal 2011 al 2014, infatti, il numero dei Paesi in cui l’azienda esporta i propri prodotti è passato da 30 a 65; tra i più performanti rientrano Giappone, Usa, Brasile, Sud Africa, Russia e paesi Baltici. Molto attiva a livello internazionale anche Delverde: «all’estero - afferma infatti il ceo managing director Luca Ruffini - realizziamo circa il 65% del nostro fatturato, esportando in 52 Paesi. Quelli più importanti sono Canada, Stati Uniti e Russia».

Novità a scaffale

Il 2014 e i primi mesi di quest’anno hanno visto il debutto sul mercato di alcune novità. La Molisana, ad esempio, ha recentemente lanciato la Linea Extra di Lusso: 13 formati in bronzo ottenuti da una miscela di grano contenente il 15% di proteine. Le referenze presentano un elegante pack in carta blu che recupera il logo storico e i codici di comunicazione aziendali. Nuova anche la Semola Rimacinata, con una confezione in cellophane 100% riciclabile. Diverse novità anche in casa Delverde: «Visto il trend estremamente positivo che registrano le cosiddette “paste wellness” abbiamo lanciato due nuove referenze di pasta di semola integrale e biologica nel formato a nido (Tagliatelle e Fettuccine) che si affiancano a quelle già presenti nella linea: fusilli, penne, spaghetti, linguine, caserecce e mezzi rigatoni. I due nuovi prodotti sono disponibili nell’originale formato a tubo, unico sul mercato» spiega Mara Valsecchi, european commercial director.

La pasta si racconta

I player del settore sviluppano diverse strategie di marketing per comunicare direttamente con il consumatore e rafforzare l’immagine del proprio brand. «Noi di La Molisana - dichiara il reparto marketing e commerciale - ci rivolgiamo sia ai consumatori finali per educarli a riconoscere una pasta di qualità che ai nostri partner commerciali. Il biennio 2013-2014 ha visto lo Spaghetto Quadrato protagonista di una comunicazione ironica che ha veicolato l’azienda come realtà dinamica, che punta all’innovazione. Quest’anno, invece, ci concentriamo su uno spot istituzionale dal titolo “In Molise siamo così”, per far emergere i valori di una marca che conserva un profondo attaccamento alle origini e al territorio. Abbiamo scelto, inoltre, di consolidare il dialogo con i nostri pubblici attraverso contenuti trasmessi sulle piattaforme digitali e durante iniziative offline». Articolata, infine, la comunicazione di Delverde che, in occasione di Expo, ha presentato in anteprima la propria nuova brand image: «il nuovo logo - racconta Anna Lanzani, international marketing manager - è stato reso più semplice ed essenziale, attraverso un disegno pulito in linea con il concetto di purezza che guida la nuova immagine aziendale. Un concetto espresso anche dal claim “Puro Gusto” e dai pack rinnovati, caratterizzati dal disegno della goccia e dal pittogramma raffigurante la sorgente del Fiume Verde che enfatizzano il legame tra acqua e pasta. Una confezione innovativa che riporta un qr code geolocalizzato e i tempi di cottura per un risultato ottimale».


Stefania Colasuono

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