Hanno destato sorpresa le parole che Andrea Zanotti, Customer service director di Dhl ha pronunciato in uno dei workshop tenutisi durante l’edizione 2012 della Mobility Conference Exhibition organizzata a Milano da Assolombarda, la più potente associazione degli industriali aderente a Confindustria.

"Non vediamo male  l'imposizione dell'Area C nel centro del capoluogo lombardo, dove con la nostra capillare organizzazione logistica riusciamo a consegnare comunque le merci con mezzi moderni ed ecologicamente avanzati, tanto da aver stretto con Zara un accordo di partnership esclusiva che premia i nostri sforzi nel rifornirne i punti vendita", ha affermato Zanotti. E dire che Assolombarda e Unione Commercianti alla novità introdotta dalla giunta di Centrosinistra capitanata dal sindaco Pisapia non avevano risparmiato critiche.

Questa, infatti, la posizione espressa da Giuliano Asperti, vice Presidente territorio e infrastrutture di Assolombarda, nella relazione introduttiva alla giornata di confronto sulla logistica regionale: "Una tassa di scopo per uno scopo sbagliato. La mobilità individuale rimane importante per la mobilità nella città: essa pone i suoi problemi, ma pensare di bloccare la mobilità privata in Milano è come pensare di togliere la borraccia a chi deve affrontare il deserto, pensando così di alleggerirlo".

È evidente come il provvedimento preso con l'obiettivo di ridurre il traffico nel centro metropolitano con l'Area C (che sta a indicare la "congestion charge") finisca per spaccare le organizzazioni imprenditoriali, comprese le catene della distribuzione moderna i cui punti vendita di più ampia superficie sono nati nelle cinture periferiche con problemi di accessibilità non indifferenti che ne hanno frenato la raccolta in termini di fatturato.

L'Area C finirà probabilmente per incentivare i consumatori a frequentare queste zone a scapito delle attività più centrali che saranno servite da organizzazioni logistiche avanzate, dotate dei capitali necessari a investire nell'acquisto di mezzi più efficienti e meno inquinanti. Il proposito di queste organizzazioni è del resto chiaro: premere sugli enti locali affinché affidino a loro la distribuzione delle merci in città ottimizzando i carichi sui veicoli e disincentivando il trasporto conto proprio ancora molto diffuso in Italia.