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Verallia: il futuro è in una sfera di vetro

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Verallia: il futuro è in una sfera di vetro

Verallia: il futuro è in una sfera di vetro

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Redazione

Come si è chiuso il 2012 per Verallia e per il Gruppo Saint-Gobain in generale?
Io rappresento Saint-Gobain Vetri, Verallia, cioè l’attività del vetro cavo per alimenti e bevande che comprende bottiglie e vasi in Italia.

Il 2012 è stato un anno abbastanza difficile perché fortemente influenzato dalla congiuntura economica generale negativa che ha cominciato a incidere anche sui nostri mercati finali di riferimento che sono quelli dei consumi di prodotti alimentari e di bibite e bevande. L’anno è stato influenzato da una significativa riduzione dei consumi interni e da un andamento delle esportazioni di questi prodotti che, benché sia rimasto positivo, non ha più avuto i trend di crescita conosciuti negli anni precedenti. Infatti, a partire dal 2000 c’è stata una incremento importantissimo delle esportazioni, in particolare dei vini e degli spumanti italiani, che aveva favorito il nostro  business. Questa crescita nel 2012 si è fermata per una serie di motivi, il più importante è che la crisi ha colpito anche alcuni dei mercati di sbocco principali dei nostri clienti e produttori di vino e di spumanti; il secondo aspetto che ha inciso fortemente è stato l’ulteriore incremento dei costi energetici che per noi sono un fattore economico importante e che hanno avuto, nonostante la crisi, un ulteriore aumento e hanno impattato in maniera negativa sui nostri costi di produzione. Detto questo, il nostro settore rimane un settore vitale, uno di quelli che in Italia funziona ancora abbastanza bene, quindi la nostra attività produttiva è proseguita in maniera, continuativa e completa, non abbiamo avuto nessun rallentamento nella nostra attività, nessun impatto sul nostro livello di manodopera impiegata e quindi abbiamo chiuso l’anno con un fatturato in leggera crescita rispetto all’anno precedente, pur appunto in un quadro di notevole difficoltà.

Per il 2013 quali sono i progetti che intendete portare avanti, magari, non so, qualche iniziativa con qualche azienda italiana del beverage, in particolare?
Di iniziative particolari noi ne abbiamo molte perché essendo il secondo produttore del mercato abbiamo tutti i principali attori del settore come clienti. In alcuni casi siamo i loro primi fornitori, in altri non siamo i primi fornitori ma siamo presenti in tutti i settori, quindi vino, spumanti birra, acqua, succhi di frutta, vasi per alimenti, olio, passata di pomodoro ecc e siamo presenti su tutti i principali clienti. Quello che è importante come azione di sviluppo è continuare a rinforzare ancora la nostra capacità di essere fortemente innovativi sui prodotti. Noi abbiamo la gamma di prodotti più ampia di tutti i player sul mercato italiano con 1400 diverse tipologie di bottiglie e vasi. La nostra ambizione è quella di continuare ad essere fortemente innovativi, sia per migliorare ancora le caratteristiche in termini di design, di bellezza, di attrattività dell’imballo, quindi per favorire ancora di più il successo del prodotto contenuto nei nostri contenitori, sia per dare delle risposte in termini di sostenibilità e quindi produrre degli imballi che siano sempre più sostenibili sul lungo periodo e che, pur mantenendo le caratteristiche tecniche inalterate, se non migliorate, permettano un minor consumo di materie prime, di energie e quindi abbiano un minor impatto ambientale.

I vostri punti di forza sono l’innovazione di prodotto e la logistica poiché operate su sei siti produttivi diversi in Italia...

Sì. Noi dal punto di vista ambientale abbiamo 3 aree di sviluppo fondamentali: il primo è quello del riciclo, nel senso che il vetro ha la straordinaria caratteristica di essere riutilizzabile al 100% e infinite volte; questo vuol dire che si possono produrre nuove bottiglie utilizzando esclusivamente rottame di vetro, quindi vetro riciclato, usandolo infinite volte perché in ogni processo di riutilizzo esso non perde nessuna delle sue caratteristiche perciò una bottiglia prodotta utilizzando il 100% di materiale riciclato ha esattamente le stesse caratteristiche della bottiglia prodotta nel ciclo precedente. Il vetro è l’unico materiale che ha questa caratteristica, infatti già oggi utilizziamo nei nostri forni il 90% del materiale riciclato e l’unico limite che abbiamo per poter ulteriormente incrementare l’utilizzo di rottame è la disponibilità di rottame di vetro proveniente dalla raccolta differenziata di qualità adeguata. Quello che stiamo cercando di fare in questo senso è lavorare con la pubblica amministrazione è incrementare ancora la quantità e la qualità della raccolta di vetro. Il secondo aspetto è quello logistico, in quanto abbiamo una distribuzione dei nostri siti che ci permette di ridurre al minimo la distanza fra il luogo di produzione e il luogo di utilizzo dei nostri contenitori. Oggi abbiamo una distanza media del nostro prodotto finito di circa 250 km, che è una cosa che ci contraddistingue grazie al fatto di avere sei stabilimenti e di avere una forte interscambiabilità fra uno stabilimento e l’altro, quindi possiamo produrre lo stesso articolo su più linee di produzione e più siti. Questo ci permette di ottimizzare la nostra logistica. Il terzo aspetto, altrettanto importante, è quello di lavorare sull’utilizzo di minor quantità di energie e di materie prime, producendo prodotti che mantenendo le stesse caratteristiche hanno bisogno di minor quantità di vetro, quindi sono prodotti più leggeri ma hanno le stesse caratteristiche. Un esempio importante è quello delle nostre bottiglie della linea Ecova’ che è un acronimo che vuol dire “ecologico e valorizzato”. Si tratta di prodotti che, avendo un impatto ambientale molto più basso sono più leggeri e mantengono uno stile e delle caratteristiche che permettono di valorizzare il prodotto inserito nel nostro contenitore. Bottiglie belle ma con un minor utilizzo di materie prime ed energie, questo è in sostanza il nostro slogan.

A livello di trend, invece, di richieste da parte dei clienti che cos’è che vi viene più richiesto, magari formati particolari piuttosto che sistemi di chiusura di energie..

Allora, diciamo che come tendenza complessiva il mercato è stato caratterizzato e continua ad essere contraddistinto da una forte richiesta di prodotti personalizzati. E’ chiaro che l’obiettivo del nostro cliente è quello di rendere il proprio prodotto il più possibile riconoscibile e differenziato rispetto a quello dei propri concorrenti. Per farlo risaltare maggiormente sugli scaffali del supermercato l’imballo è uno degli elementi fondamentali, soprattutto quello in vetro che è particolarmente attrattivo e bello nonché di immagine ancor più importante.
La tendenza è di richiedere prodotti personalizzati e differenziati in termini di forme, di colori, di incisioni o personalizzazioni sulla bottiglia; questo trend in questo momento è stato messo in difficoltà dalla crisi che invece richiede dei prodotti sempre più a buon prezzo per andare incontro alle richieste dei consumatori finali, quindi il nostro sforzo è proprio quello di arrivare a produrre delle bottiglie differenziate, personalizzate, belle, valorizzando il prodotto senza aumentare, se non diminuendo, i costi di produzione. Un’altra linea di sviluppo molto importante è quella della nuova attenzione che abbiamo visto nella grande distribuzione per il vetro. La grande distribuzione non è mai stata grande amica del vetro perché ha giustificato questa sua posizione con il fatto che il vetro è più pesante e più fragile di altri materiali concorrenti, facendo finta di dimenticarsi che però valorizza molto di più il prodotto che contiene. Oggi la gdo è molto più attenta a riuscire a valorizzare il prodotto per rispondere alla crisi e mantenere una capacità di incremento del proprio fatturato di fronte alla crisi, dimostrando un maggior interesse verso materiale e legando questo alle azioni di sviluppo sostenibile che sta lanciando. C’è un nuovo interesse che può favorire dei buoni sviluppi per il vetro nel futuro e su cui noi di Verallia siamo in prima linea perché stiamo collaborando e sviluppando dei progetti con la grande distribuzione per favorire questo trend. Un terzo trend di sviluppo è quello dei nostri clienti che esportano, quindi aiutarli a creare degli imballi che siano il più possibile adatti a favorire le esportazioni dei prodotti alimentari italiani. L’abbiamo fatto molto bene insieme ai nostri clienti nel settore del vino e degli spumanti negli anni scorsi e stiamo cercando di farlo anche nei prodotti alimentari che hanno un potenziale di sviluppo nelle esportazioni enorme che fino ad ora non è stato completamente sfruttato e riteniamo sia una delle linee di sviluppo per l’industria agroalimentare italiana dei prossimi anni fondamentali.

Lei ha parlato del costo della materia prima, il vetro di per sé comunque è ovviamente più costoso, per esempio, della plastica, il cui uso e la cui richiesta è abbastanza diffusa, soprattutto in un momento di crisi come questo. Voi come fate a conciliare questo problema di prezzo, cioè del costo della materia prima che magari è più alto con questo momento di crisi che richiede risparmio?

Ci sono due aspetti da sottolineare: il primo è che la differenza del costo del vetro con il costo del contenitore di plastica è variabile a seconda del tipo di plastica che viene utilizzato e il tipo di contenitore, la dimensione della bottiglia, il peso, eccetera. La differenza non è sempre così importante e costante. Il secondo aspetto è che l’incidenza del puro costo della materia prima del contenitore non è sempre così importante rispetto al valore complessivo del prodotto finito che viene venduto al consumatore finale. Inoltre quando si parla di costi bisogna guardare ai costi complessivi e non limitarsi al costo di acquisto e vendita del contenitore e quindi, quando parliamo di costi, ritorniamo al concetto di sviluppo sostenibile. Un prodotto può nell’immediato magari costare un po’ meno e quindi permettere di vendere il prodotto finale a qualche centesimo in meno, poi bisogna vedere quel qualche centesimo in meno quanto costi in termini di sostenibilità del sistema futuro, perché se poi recuperare il rifiuto che ne deriva viene a costare molto più caro, quel vantaggio lì chiaramente per la collettività diventa uno svantaggio. E’ proprio per questo che stiamo lavorando sul concetto di sviluppo sostenibile perché riteniamo che da questo punto di vista il vetro, che appunto è l’unico materiale infinitamente e completamente riciclabile e riciclato ha dei vantaggi enormi rispetto alla plastica. In termini di costi complessivi non si può poi trascurare l’aspetto del benessere e della salute.  Il vetro è l’unico materiale completamente inerte e che permette la migliore conservazione e protezione degli alimenti conservati, tanto è vero che i prodotti conservati in vetro hanno sempre una scadenza più lunga, quindi un periodo di validità più lunga rispetto a quelli confezionati in plastica. Questo comporta per l’insieme del sistema un risparmio enorme perché è chiaro che la gestione delle scorte per tutta la filiera diventa più semplice, perché i tempi di scadenza sono più lunghi e quindi c’è un minor spreco di prodotto che è estremamente importante nella valutazione complessiva del costo del sistema. Anche per il consumatore finale, che si trova molto meno spesso, comperando dei prodotti in vetro, a dover poi buttar via perché è scaduto prima di riuscirlo a consumare, che come lei sa, oggi uno dei maggiori costi della filiera agroalimentare è quella del prodotto gettato via prima di venire consumato.

Se le chiedessi di azzardare una previsione per il 2013?

Il 2013 per quello che possiamo vedere oggi sarà ancora un anno difficile il primo semestre non potrà che essere allineato al secondo semestre del 2012 che è stato il punto di minima. Probabilmente sarà un anno uguale o forse ancora in leggera diminuzione rispetto al precedente però riteniamo che ci potranno essere i primi segnali di via d’uscita che si concretizzerà a partire dal 2014, una via d’uscita che non potrà essere basata sulla ripresa dei consumi interni, perché  i consumi interni sul nostro mercato, tenuto conto del tasso di inflazione, del tasso di disoccupazione e dell’andamento dei consumi, credo che dovremo aspettare almeno ancora 24 mesi prima di vedere qualche segno di ripresa. Sulle esportazioni, invece, riteniamo che a partire dalla fine del 2013 si potrà vedere qualche segnale positivo soprattutto  dalle economie emergenti quali la Cina o alcuni Paesi dell’Asia e poi a seguire Paesi a forte crescita che avevano avuto un periodo di rallentamento o di minor crescita fra il 2011 e il 2012, in questo caso l’export dell’Italia può riprendere e quindi tutto il settore agroalimentare italiano può averne un grosso vantaggio e quindi il settore dei contenitori in vetro per alimenti sicuramente può cominciare a vedere qualche segnale di ripresa.

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