Thun: la vicinanza al cliente passa anche da un buon caffè
Thun: la vicinanza al cliente passa anche da un buon caffè
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Dall’oggettistica all’espresso.
L’azienda altotesina specializzata in ceramiche da
collezione ha inaugurato il suo primo Thun caffè a Milano, debuttando
così nel food. Un progetto dietro al quale si cela un intenso piano di
sviluppo legato al retail di cui ci dà alcune importanti anticipazioni
l’amministratore delegato Paolo Denti.
Dottor Denti ci racconti di questo nuovo format...
Questo
punto vendita di estende su una superficie di 130 mq di cui 22 mq
dedicati alla parte negozio. Questa evoluzione del format era necessaria per
completare e migliorare la relazione con il cliente, in una logica di
rapido e continuo sviluppo del rapporto che passi anche attraverso l'aspetto del Food. E' un format attualmente in fase di test e sviluppo
in 4 differenti location. L'obiettivo è riuscire a coprire aree che il negozio Thun classico del negozio non ci permetteva in precedenza di
raggiungere.
Da dove nasce questo progetto?
La
volontà è quella di portare il marchio nei maggiori centri italiani
dove la notorietà del brand non raggiunge i livelli ottimali ottenuti,
invece, in altre zone della Penisola. Questo tipo di approccio ci permetterà (mi auguro) di dare
l'idea di una Thun diversa, più nuova, più fresca e più vicina
al cliente ma non solo. L'obiettivo è anche quello di raggiungere un pubblico più
ampio, superando il format del negozio a forte impronta femminile,
riuscendo a veicolare i valori dell’azienda attraverso il Food pur mantenendo
il concept dell'angolo regalo, che stimiamo contribuirà al 25% del
fatturato.
Quali step prevede la strategia di sviluppo?
Oggi
stiamo testando tre differenti filoni di sviluppo: il centro città,
importante ma abbastanza distante dalla filosofia e dal target di
consumo di Thun; la piccola provincia, banco di prova fondamentale per
testare il concetto monomarca all'interno di un contesto interno
rispetto ad una tradizione nel settore multimarca in una logica
shop-in-shop; l’estero. Abbiamo scelto di puntare su un mix tra i
prodotti quindi caffetteria e porcellane da tavola insieme a prodotti
di acquisto più spontaneo, come gadget e idee regalo rapide, collocabili in un range di prezzo inferiore ai 25 euro. La logica della piccola provincia
è quella prevalente per lo sviluppo di questo progetto: noi
immaginiamo 80 locali futuri in piccoli centri cittadini. Ci tengo però a sottolineare che il nostro non vuole
essere un format da negozio-immagine, il business principale deve essere il food. Per quanto riguarda il terzo filone di sviluppo
strategico, ovvero l'estero (Milano può essere un buon test), l’obiettivo è di
esportare l'italianità e la bontà del cibo utilizzandola per veicolare
la qualità dei prodotti come ad esempio le linee di porcellane da
caffetteria. A questo proposito siamo stati tra i primi a lanciare una
linea di questo tipo, la “Caffè al Volo”.
Chi vi ha curato il layout del negozio?
Il
design del concept non è stato realizzato internamente. Dopo alcuni
test, abbiamo deciso di avvalerci della collaborazione di
Costagroup, attraverso Franco Costa ed è nato il progetto. Al momento
posso dire che stiamo ricevendo feedback molto positivi.
Che orari osserverà il punto vendita?
L'orario di apertura è 7.30-21.30 per coprire i 4 momenti della giornata, colazione pranzo merenda e aperitivo. Non abbiamo la presunzione di fare concorrenza al Radetzky ma crediamo che l'offerta di prodotti tipici dell'altoadige ci possa permettere di coprire anche la parte dell'happy hour. Allo stesso modo non siamo interessati a sbarcare nei centri commerciali in quanto siamo coperti dal monomarca in maniera già soddisfacente dal punto di vista economico.
Parliamo un po’ di numeri...
Thun
oggi conta 370 monomarca, 530 dipendenti, più del doppio di un anno fa.
Il passaggio chiave è stata la decisione dell'imprenditore di lanciarsi
in una logica di vero retailer. Abbiamo lanciato il monomarca nel 2002,
nel 2008 abbiamo raggiunto quota 60 e abbiamo proseguito con il
franchising fino al 2010-2011, dopodiché abbiamo iniziato ad aprire i
primi diretti, controllando a fine 2016 il 30% dei rivenditori con
l'obiettivo, per il 2017 di arrivare al 50-60%. Credo che oggi, la
formula vincente nel retail sia proprio questa: la vendita con controllo
diretto.
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