Grazie a un’offerta di dessert a marchio Solo Italia e private label in continuo ampliamento, l’azienda di Ossona (Mi) si conferma protagonista del mercato italiano e, come ha confermato alla redazione di DM il direttore commerciale e marketing Janluca De Waijer, partner d’eccezione delle catene distributive.

Il reparto Ricerca & Sviluppo di Solo Italia è sempre particolarmente attivo a individuare nuovi dessert. Verso cosa si sta orientando la vostra offerta? Cosa richiede il consumatore italiano?
Noi abbiamo una duplice strategia di sviluppo e innovazione dell’offerta. Per quanto riguarda la marca Solo Italia con i nostri dessert continuiamo a garantire ai consumatori la qualità della pasticceria. A questo proposito a settembre inseriremo nei punti vendita la nuova linea Excellence, che ripropone ricette della tradizione pasticcera italiana di alta qualità. Le referenze permettono di portare il dessert direttamente dal frigorifero alla tavola grazie alle pratiche coppette trasparenti. L’altra strategia dell’azienda riguarda invece i prodotti di convenienza: la gamma Solo Italia standard. Si tratta di referenze altamente promozionate e che consentono a tutti i consumatori di gustare il dessert e di non viverlo come un prodotto di lusso. Per quanto riguarda gusti e ricettazioni i consumatori italiani richiedono sempre più prodotti a base di frutta e, soprattutto, leggeri nella composizione, ideali da essere consumati anche durante le sere estive perché vicini al concetto di gelato.

Le private label in Italia e i prodotti discount rappresentano circa il 50% delle vostre vendite a volume. L’assortimento destinato alla gdo cosa comprende?
I prodotti a marchio del distributore sono un segmento in crescita e vincente. Tiramisù, profiteroles, tartufo e panna cotta sono le categorie di prodotto che mostrano le performance migliori. Si tratta di prodotti in grado di garantire un’alta marginalità e di migliorare l’immagine stessa dei distributori. I discount italiani si mostrano particolarmente interessati ai nostri dessert e hanno iniziato a inserirli nei banchi frigo prima della grande distribuzione organizzata. Il passo successivo è stato rappresentato dalla realizzazione di prodotti a marchio del discount stesso.

Quali sono le prerogative che un’azienda come la vostra deve avere per essere un buon controterzista con la gdo italiana?
Il miglior biglietto da visita è costituito dal ricco paniere delle catene distributive - Tesco, Coop Svizzera, Carrefour ecc. – che già serviamo. E’ importante anche mostrare di dedicarsi con costanza alle private label. Sono quindi necessarie, a mio avviso, delle figure nell’azienda dedicate alle referenze a marchio, che hanno peculiarità diverse da quelle del prodotto di marca e necessitano di un’ampia attività di Ricerca e Sviluppo. Fondamentale è anche la flessibilità produttiva e inizialmente bisogna mostrarsi disposti a fare dei piccoli numeri. Uno dei punti di forza di Solo Italia è la profonda conoscenza del mercato e del consumatore italiano, che ci permette di aiutare il retailer a capire quale potrebbe essere il prodotto a marchio più adatto da collocare nei banchi frigo. Importante è anche la struttura commerciale dedicata, che segue i clienti in tutte le fasi che riguardano la produzione delle private label e la loro commercializzazione, basata su un sistema logistico centralizzato dove il rischio dello stock è condiviso.

Si sente sempre più spesso parlare di aziende che attuano iniziative volte a tutelare l’ambiente. In quest’ambito come si sta muovendo Solo Italia?
Noi siamo particolarmente sensibili alle tematiche ambientali. Il 1° aprile abbiamo inaugurato un moderno ed efficiente impianto fotovoltaico di 360 mq presso il nostro stabilimento di Ossona (Mi). L’impianto, che ha richiesto un investimento di 250mila euro, permette di produrre 50.500 kilowatt/h annui di energia rinnovabile e di evitare di riversare nell’aria 26.750 kg di Co2 all’anno. Inoltre, nella nostra azienda abbiamo un gruppo di lavoro dedicato alla riduzione degli sprechi, che ha degli obiettivi di budget mirati. Alle azioni di tutela ambientale, che il governo dovrebbe sovvenzionare maggiormente, siamo indotti soprattutto dai retailer inglesi, per i quali produciamo molti dessert a marchio cercando di ridurre continuamente gli sprechi per il pack. In Italia la spinta dei retailer alla tutela ambientale sta crescendo ed è direttamente proporzionale all’aumento dell’interesse per i dessert a marchio.