A metà maggio il leader del drive to store, ShopFully (DoveConviene), ha finalizzato l'acquisizione del 100% di PromoQui, operatore di riferimento nel mercato dell'info-commercio con i marketplace PromoQui e VolantinoFacile. Con questa operazione, ShopFully, che nel tempo ha raccolto 29 milioni di euro di finanziamenti, ha allargato significativamente l'audience proprietaria, raggiungendo, con i 3 siti e le app CardPlus e DoveFila, oltre 14 milioni di responsabili d'acquisto e 2 famiglie su 3. Attualmente il gruppo, che conta 8 uffici, 250 professionisti e più di 700 partner commerciali tra distributori e produttori, attraverso i propri siti e app e la propria piattaforma tecnologica, è in grado di mettere in comunicazione 30 milioni di consumatori geolocalizzati con 250.000 punti vendita e di generare più di 1 miliardo annuo di visite in store. Ne abbiamo parlato con il Fondatore e Ceo, Stefano Portu.

Cosa possiamo aggiungere sull’operazione?

L’acquisizione è, senza dubbio, un grande passo all’interno di un vasto piano di crescita. In questi anni, lavorando fianco a fianco con i principali retailer, abbiamo colto un progressivo bisogno di intercettare i consumatori attraverso il digitale, in particolare sul loro smartphone, là dove avvengono due terzi delle decisioni di acquisto che determinano le scelte, poi perfezionate in negozio. È evidente che, per un alleato tecnologico, la audience conta moltissimo, anche se poi i retailer trovano in noi una piattaforma tecnologica in grado di supportarli a 360 gradi in tutti i passaggi, compresa la corretta interpretazione del traffico generato.

Quali sono i tratti comuni nella digitalizzazione dei vari settori retail?

Se è vero che la distribuzione ha caratteristiche e strategie che si ripetono, è altrettanto vero che ci sono segmenti più o meno avanzati. L’elettronica di consumo rappresenta, per esempio, una sorta di vertice, in cui l’omnicanalità raggiunge i livelli massimi e dove la separazione tra commercio fisico ed e-commerce va perdendo di significato. In generale stiamo però assistendo a trasformazioni positive per tutto il commercio, per esempio con la progressiva digitalizzazione del trade marketing. Altri temi trasversali sono la semplificazione e la sicurezza dei pagamenti, la gestione dei flussi interni – davvero cruciale in questo periodo -, la creazione di un dialogo tra negozio fisico e universo digitale capace di andare ben oltre il semplice elemento delle consegne.

L’emergenza sanitaria ha portato online molti nuovi consumatori. Con quali modalità?

Se si vuole la fase più dura del lockdown è stata anche una grande sperimentazione. Una ricerca condotta sulla nostra community ci ha rivelato che il 71% dei consumatori ha cambiato le proprie abitudini rispetto alla spesa alimentare; il 67% ha cambiato anche i negozi, optando per la prossimità, a seguito della limitazione degli spostamenti. Un altro 66% ha ridotto la propria frequenza di acquisto. Un 19% ha prestato più attenzione alle promozioni, mentre il 75% ha provato l’e-commerce per la prima volta, con una parte importante che non è rimasta molto soddisfatta a causa delle condizioni di sovraffollamento del canale nel periodo centrale dell’emergenza sanitaria. Se allo stato attuale non è facile quantificare l’eredità positiva di questa prova su strada, si osserva che comunque sono nate nuove opportunità: i negozi di vicinato, per esempio, hanno introdotto per la prima volta forme di relazione a distanza con i clienti, mentre l’online ha rivelato contenuti di servizio che le persone non conoscevano. Certamente i trend del lockdown sono atipici e non torneranno, ma la popolazione ha acquisito competenze.

Siete presenti, in 9 Paesi e avete uffici in 4 di questi. Oltre all’Italia ci sono Brasile, Messico e Australia. Cosa rappresenta per voi l’estero?

È una direzione nella quale abbiamo sempre investito, anche se il nostro business, più che essere globale, è multilocale, in quanto è fondamentale l’esecuzione perfetta nel singolo mercato, che non può prescindere, a sua volta, dal contesto geografico e da una rilevante audience nazionale. Siamo molto soddisfatti delle nostre esperienze, che, anche da un punto di vista solo ‘culturale’ sono fondamentali e ci consentono di scoprire i tratti comuni ed emergenti delle diverse aree geografiche.

Il vostro gruppo ha anche introdotto DoveFila, app che, come dice il nome, serve a ridurre la fila nei negozi. Pensa che questi applicativi rimarranno anche in futuro, come regolatori di traffico?

Credo che il nostro compito sia anche di creare strumenti che sono preziosi in un contesto particolare, tanto che l’app è stata utilizzata da centinaia di migliaia di persone. Tuttavia, il tema della gestione dei flussi resta importante per molti retailer e lo rimarrà anche nei prossimi mesi. Se vogliamo allargare il discorso va detto che la gestione del traffico, specie se si pensa alla vendita assistita, è comunque un tema di interesse, al quale la tecnologia può dare un valido contributo, sebbene con modalità che in futuro potrebbero essere differenti.

Concludiamo con la vostra partnership con Barilla…

Saremo tra gli alleati digitali nel lancio della nuova pasta fatta con grano 100% italiano. Supporteremo Barilla fino a dicembre, con una campagna attiva sull’app DoveConviene, mettendo il brand in contatto con il maggior numero di shopper in Italia. DoveConviene seguirà tutte le fasi del funnel di acquisto nel corso dei 7 mesi di campagna: dalla fase di pianificazione della spesa fino al momento in cui i consumatori si trovano fisicamente nel punto vendita, allo scopo di massimizzare il Roi. La nostra tecnologia permetterà all’azienda di comunicare direttamente con l’intera base utenti dell’app DoveConviene, raccontando le novità ai responsabili di acquisto in target. Garantiremo il supporto al drive-to-store, utilizzando notifiche push per informare i consumatori in target, e geo-localizzati in prossimità dei punti vendita interessati, coinvolgendo le maggiori insegne sul territorio nazionale.

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