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Qualità, giusto prezzo e sostenibilità nel nuovo corso di Salov

Qualità, giusto prezzo e sostenibilità nel nuovo corso di Salov
Gianmarco Laviola, ad di Salov

Qualità, giusto prezzo e sostenibilità nel nuovo corso di Salov

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Veronica Fumarola

Tra le difficoltà legate ai cambiamenti climatici, patogeni come la Xilella e la continua diatriba del giusto equilibrio tra qualità e prezzo a scaffale, il settore oleario vive una stagione di grandi sfide. In questo contesto si muove Salov, realtà nata nel 1919 dagli eredi di Filippo Berio fondatore dell’omonimo marchio – e di un gruppo di imprenditori lucchesi.

Il Gruppo, da sempre presente sul mercato italiano con il marchio Sagra, a fine 2019 ha lanciato per la prima volta in Italia, il brand Filippo Berio, oggi commercializzato in più di 70 paesi, su cui Salov punta per crescere nel mercato nazionale e internazionale, come dimostrano i nuovi lanci presentati a Tuttofood, il rebranding del logo e anche l’arrivo del nuovo amministratore delegato Gianmarco Laviola, approdato in azienda lo scorso febbraio per scrivere un nuovo capitolo per l’azienda. Ed è proprio l’ad Laviola a tracciare un bilancio del 2024 e a delineare il piano per i prossimi anni, invitando l’intero comparto a una maggiore sinergia per affrontare le sfide future.

Che anno è stato il 2024 per il mondo oleario?
Il 2024 è stato un anno particolarmente difficile per il mondo dell'olio d'oliva. La scarsità di materia prima a livello internazionale ha generato, tra l'altro, un'impennata dei costi, impattando in maniera importante sulle finanze delle aziende olearie. In questo contesto, lo scorso anno il gruppo Salov è riuscito a incrementare il fatturato rispetto al 2023, quando abbiamo raggiunto i 518,25 milioni di euro e oltre 105 milioni di litri di olio venduti, mantenendo le posizioni di leadership a livello internazionale, soprattutto nei paesi in cui il brand ha una grande tradizione, gli Stati Uniti e l’Inghilterra.

Come si sta delineando lo scenario in questo inizio 2025 invece?
Il 2025 è iniziato in maniera molto positiva. Registriamo una riduzione del costo della materia prima che sta permettendo a sua volta una diminuzione del prezzo medio a scaffale e quindi un recupero di tutti quei consumatori che nei mesi precedenti si erano addirittura allontanati dalla categoria. Grazie a questo il consumo di olio evo sta tornando a crescere in tutti i paesi, in maniera molto importante.

Qual è l’incidenza dell'export sul giro d'affari di Salov?
L’export rappresenta i 2/3 del giro d’affari di Salov. All’estero continuiamo a lavorare per espandere il business dell’olio extravergine di oliva, oltre a sviluppare anche altre categorie che ci danno ottime soddisfazioni, come il pesto, i sughi e gli aceti balsamici, che hanno il compito, poi, di supportare la crescita del core business e la presenza del marchio sugli scaffali.

Che ruolo gioca il fuori casa?
Con entrambi i brand, Sagra e Filippo Berio, Salov sviluppa nel fuori casa circa il 15% dei volumi in Italia e il 4-5% a livello internazionale. L’obiettivo è far conoscere il brand al cliente del ristorante che può orientarne la scelta anche al supermercato. Anche a livello internazionale abbiamo un programma dedicato alla presenza e visibilità nei ristoranti di fascia alta all’estero. Per quanto riguarda l'Italia siamo presenti con una linea dedicata alla ristorazione di fascia medio-alta con gli Evo 100% italiano e il Classico nei formati da 250 e 500 ml con lo speciale tappo anti-rabbocco garanzia di qualità e autenticità per il consumatore.
Una buona parte del nostro business si rivolge anche al b2b (35% a volume) e prevede la vendita di olio in bulk ad aziende e industrie per la produzione dei loro prodotti oltre che a insegne della Gdo per le loro catene di ristoranti e le preparazioni .

In occasione di Tuttofood avete presentato due novità di prodotto, l’Olio extravergine di oliva Filippo Berio per ricette delicate e l'Olio di oliva Filippo Berio in latta da 1 litro. Quali sono le peculiarità e gli obiettivi dei nuovi lanci?
Filippo Berio per ricette delicate è un prodotto studiato appositamente dai nostri master blender per essere utilizzato come condimento perfetto per le ricette più delicate affinché l’olio non copra i sapori degli altri ingredienti. Per quanto riguarda la latta, si tratta di una lattina iconica con una grafica rinnovata che si affianca alle speciali latte, limited edition, dedicate alle opere di Giacomo Puccini che furono scritte sulle rive del Lago di Massaciuccoli, in provincia di Lucca, esattamente dove ha sede Salov. Un progetto che mi piace particolarmente perché unisce il gusto, quindi la qualità dell’olio Salov, e l’arte. Inoltre, in occasione della fiera abbiamo presentato la nuova grafica dell’etichetta internazionale, con una immagine più contemporanea, ma che riesce a trasmettere tutta la grande tradizione di un brand ormai iconico in tanti paesi del mondo. La nuova immagine sarà declinata poi in continuità grafica, su tutte le altre categorie, pesti, sughi e aceti. Quello che non cambia, è il focus sulla qualità e sulla sostenibilità, due elementi centrali della strategia di Salov nel presente e per il futuro.

Come vi state muovendo sul fronte della sostenibilità?
Ormai da anni commercializziamo in Italia l'olio extravergine d'oliva realizzato a partire dalle migliori olive, raccolte al giusto grado di maturazione e spremute rigorosamente a freddo, provenienti da coltivazioni sostenibili perché basate sui principi dell’agricoltura integrata, nel rispetto del Metodo Berio. L’applicazione del Metodo è controllata in ogni fase e validata da un certificatore esterno, Sgs, che garantisce non solo le caratteristiche qualitative del prodotto, ma anche la sostenibilità ambientale lungo tutta la filiera. È un impegno che abbiamo preso qualche anno fa e su cui non intendiamo retrocedere, così come sulla qualità.

Cosa vuol dire “qualità” per Salov?
Salov ha sempre garantito il suo blend di oli pregiati, anche in presenza di fluttuazioni così evidenti del costo della materia prima. Nonostante le difficoltà, non scendiamo e non scenderemo mai a compromessi sul tema della qualità, lavorando per proporre il prezzo più basso, come purtroppo stiamo vedendo fare in questo inizio del 2025, soprattutto sul mercato italiano. Noi abbiamo sempre garantito i paramenti e le caratteristiche del Metodo Berio.

In che modo bisogna lavorare, dal suo punto di vista, affinché i consumatori comprendano il reale valore dell’olio d’oliva e siano disposti a pagare il “giusto prezzo”?
Sono da sempre determinato nel voler dare il giusto valore al cibo che, dal mio punto di vista, si ottiene mettendo insieme attorno a un tavolo tutti gli operatori della filiera. Questa è una volontà che si manifesta da tanto tempo ma, mentre industria e agricoltura spesso si sono messe d'accordo, come nel nostro caso per il Metodo Berio, diventa più difficile far sedere allo stesso tavolo anche la grande distribuzione. Poiché l’olio è un’eccellenza fortemente esportata dal nostro paese ritengo sia necessario un intervento anche governativo affinché si creino le condizioni perché tutti gli attori della filiera dialoghino sul valore del prodotto e, soprattutto, su come intervenire affinché a tutti sia riconosciuta la giusta remunerazione.

Il mondo dell’olio in Italia è da sempre frammentato e molti, spesso, hanno lamentato la presenza di un numero elevato di associazioni di categoria. Qual è la sua posizione a riguardo?
All'appello per il coinvolgimento delle istituzioni aggiungo il tema dell’eccessiva divisione nazionale tra le diverse associazioni. Sarebbe utile lavorare tutti insieme per la creazione di un’unica associazione di riferimento per una maggiore comunione di intenti e una maggiore forza.

Sono in previsione degli investimenti per l’ampliamento e l’efficientamento degli stabilimenti?
Continueremo a investire nel nostro stabilimento per un rinnovamento costante degli impianti. Quest'anno abbiamo previsto 3 milioni di euro di investimento, grazie alla partecipazione a un bando Pnrr proprio dedicato al rinnovamento degli impianti, soprattutto in ottica di filiera. E qui ritorna il discorso della collaborazione con i nostri fornitori agricoli proprio per migliorare l'efficienza. Degli investimenti beneficerà Salov grazie a una maggiore efficienza degli impianti, ma questo permetterà un migliore utilizzo della materia prima, quindi una migliore valorizzazione del lavoro degli agricoltori e la riduzione degli sprechi. Plus che permettono di aumentare il valore dell’intera filiera.

Oltre alle innovazioni di prodotto, quali strade segue il nuovo corso di Salov iniziato con il suo arrivo?
L'obiettivo è quello di continuare a investire sia su Filippo Berio sia su Sagra. Abbiamo importanti novità, alcune le abbiamo presentate in fiera, altre stanno arrivando. Il mio arrivo in Salov, d’altronde, è legato anche all’innovazioni di prodotto. Abbiamo solo bisogno del tempo necessario per finalizzare le new entry. Come anticipato, siamo focalizzati su qualità e sostenibilità e nel supportare la crescita del brand Filippo Berio a livello internazionale, oltre a sviluppare il business in Italia per Filippo Berio e Sagra.

 

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