Perché Thun evolve in Lenet Group
Perché Thun evolve in Lenet Group
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Lenet Group, nuova realtà imprenditoriale nata come evoluzione di Thun Spa, è una rete sinergica di imprese che offrono prodotti e servizi personalizzati di omnicanalità, con l’obiettivo di raggiungere, soddisfare ed emozionare i consumatori in tutti i canali di acquisto.
Il modello di business si fonda su una sinergia fra le attività B2B – logistica, digitale, e-commerce integrato con il retail, rappresentate nel gruppo da Connecthub Digital & Logistics – e le attività B2C, costituite dai marchi Thun, La Porcellana Bianca, Rituali Domestici, Rose e Tulipani e Domino (per il regalo e il decorativo), dall’alimentare (Thun Cafè) e dal mondo dei pet, con Luxpets, primo marketplace nel segmento di fascia alta per gli animali da compagnia. Lenet Group ha un piano di espansione 2021-2024 che prevede un aumento di fatturato totale di 100 milioni di euro, fino a 210 milioni, e una crescita, in media annua, del 13 per cento. Francesco Spanedda, General Manager Gift&Home Decor di Lenet Group, ci spiega come si concretizzeranno gli ambiziosi obiettivi.
Quali saranno i driver dello sviluppo?
Oltre il 60% della crescita attesa sarà per linee esterne. Il piano è fondato su una strategia che punta alla massima interconnessione tra canali, mercati e settori. Quattro gli assi principali sui quali si articolerà il piano: espansione verso nuovi mercati – non escludo interessanti novità anche nel food -, rafforzamento dei canali fisici, diversificazione e introduzione di nuovi settori e sviluppo dei canali di business digitali. In questo contesto, Thun assume un ruolo centrale, come brand portante e in continua evoluzione, con un target di espansione all’estero, nuove collaborazioni, capsule e licensing. Il nostro, voglio aggiungere, è anche un piano responsabile e sostenibile, visto che abbiamo avviato il percorso di certificazione B-Corp e l’ingresso nel programma Élite di Borsa Italiana, avvenuto a gennaio 2021. Prosegue infine, anzi si rafforza, l’impegno verso la comunità con la Fondazione Lene Thun Onlus, che sostiene le oncologie pediatriche italiane attraverso 45 laboratori di ceramico-terapia.
E la crescita organica?
Naturalmente essa costituisce una parte importantissima, una logica premessa. Sono convinto, e lo dicono i dati storici, che i nostri marchi continueranno a svolgere un ruolo fondamentale, a partire dal portabandiera Thun, che manterrà un posizionamento alto. Nato nel mondo della ceramica e dell'arredo casa e cucina, il brand però oggi si guarda intorno, con lo scopo di generare, attraverso le giuste partnership, un valore aggiunto sempre più forte. Del resto, Thun ha già dimostrato la propria flessibilità, quando ha lanciato, nel 2017, a Milano, in corso Garibaldi, il primo Thun Cafè, un format di ristorazione veloce e di classe, con angolo di vendita dei prodotti Thun per il caffè e la tavola, in seguito replicato a Cittadella (Padova) e Montebelluna (Treviso.
Cosa è successo durante il Covid?
Il 2020 è stato sicuramente un anno complesso, come per tutto il non alimentare, ma il nostro lato informatico era già forte, anche prima della pandemia: da anni è attivo il clicca e ritira ed esiste una piattaforma di Crm molto evoluta. Se vogliamo vedere ‘il calice mezzo pieno, devo dire che il 2020 ha rappresentato un periodo di riflessione e di sviluppo di nuove opportunità. Lenet Group è nato proprio in questo contesto, dalla convinzione che la marca, quando è forte, possiede sempre un grande potenziale evolutivo, anche senza bisogno di lanciarsi in rischiose e, talora inopportune, diversificazioni. Così, per esempio, c’è stata l’acquisizione di Unitable, a gennaio 2021, che ha portato, nel nostro perimetro, La Porcellana Bianca, Domino, Rose e Tulipani e Rituali Domestici. E sempre da questa riflessione è scaturito, in marzo, Luxpets, che vede partecipare nella direzione creativa il brand Poldo Dog Couture, a sua volta specialista dell’abbigliamento e degli accessori per cani, che realizza capsule collection con noti marchi della moda, dello stile e dell’hotellerie di lusso.
Quali alleanze?
Con un importante gruppo media internazionale, per Teddy Friends, cinque personaggi Thun trasposti nei cartoni animati, con Trollbeads per i gioielli (dove, del resto, Thun ha già una propria collezione, ndr.), e, da giugno di quest’anno, con Brb Licensing, titolare, fra l’altro, del marchio Borbonese, sinonimo di borse femminili di qualità, per una nuova linea di accessori donna, una donna giovane, ma non giovanissima, con un buon potere di spesa, che è poi anche la nostra cliente storica. Come storico è per noi il collezionista di ceramica e di oggetti piacevoli in generale, il che ci assicura un alto livello di fedeltà alla marca e, a questo punto, alle marche.
Possiamo pensare a Lenet come a un hub, insomma?
È proprio questo: Lenet è un punto di incontro, una piattaforma che contiene e mette a frutto tutte le esperienze, maturate e maturande, con le terze parti, per portare sul mercato in modo veramente multicanale e in tutti i touchpoint un’offerta accomunata dal buon gusto, dall’estetica, dalla voglia di trattarsi bene. È anche un modo per rendere i marchi più moderni, ‘liquidi’, e metterli in grado di spostarsi in ambiti vicini e coerenti. Da un punto di vista pratico va detto che per noi l'aspetto logistico è fondamentale, tant'è vero che, a Mantova, abbiamo un polo (gestito da Connecthub, altra società del gruppo) di oltre 150.000 mq, in grado di dare servizi ai nostri marchi, ai partner e anche a terzi. È chiaro che Lenet non è facilmente visibile per il consumatore finale, ma molto visibile, invece, per le imprese del bello e del buon gusto. Per questo non avrebbe nessun senso creare un sito di vendita al pubblico, che sarebbe solo un front end disomogeneo.
E tuttavia per Lenet il commercio elettronico è importante…
Importantissimo, tanto da arrivare a un 15% del fatturato di gruppo, in un mercato italiano dove invece l’online, nonostante la tumultuosa crescita del periodo Covid, non ha ancora superato l’8% dei consumi di prodotti. Del resto fra il mondo dell’arredamento e relativi complementi c’è un legame storico con Internet. Molto prosaicamente tanti oggetti di arredamento sono pesanti e complicati, o delicati, da trasportare e dunque è più razionale farli consegnare a casa, specie per chi non ha molto tempo per lo shopping. Questo non vuol dire che i negozi verranno abbandonati. Anzi c’è, sempre più visibilmente, un continuum tra online e offline. Online molti si informano, valutano le caratteristiche tecniche – pensiamo solo a quanto è importante sapere se un piatto si può o non si può lavare in lavastoviglie -, le misure, i colori disponibili e tanto altro, riservandosi però di prendere la decisione finale in negozio. Ma tale decisione finale può anche portare a una transazione che viene chiusa definitivamente online. Aggiungo che, per gruppo Thun, è altrettanto importante la digitalizzazione del negozio, il che dimostra, ancora una volta, che la separazione fisico/digitale sta perdendo di senso. L’aspetto fondamentale, per non innescare fenomeni di cannibalismo, è avere gli stessi assortimenti nei due canali.
Il bello e il regalo, abbiamo detto, sono per voi fondamentali. Guardando al futuro cosa si aspetta dal Natale 2021?
Anche se non abbiamo molto da rimpiangere dal punto di vista economico – parecchi nostri marchi, grazie al commercio elettronico, hanno vissuto un 2020 a doppia cifra -, ci aspettiamo un grande Natale. Il consumatore è stato relegato in casa e dunque sarà felice di riscoprire il piacere dello shopping, l’incontro con gli altri, ma anche con i familiari e gli amici, ai quali ha dovuto in parte rinunciare, durante le scorse festività, a causa delle limitazioni conseguenti all’emergenza sanitaria. Ma il consumatore è diventato anche una persona nuova, che ha saputo apprezzare il valore della dimensione domestica e della famiglia. Ce ne siamo resi conto a Natale 2020, quando, essendo praticamente la sola azienda a vendere presepi, abbiamo messo a segno, in questo particolarissimo segmento, un ottimo risultato. Insomma, tutti vorranno, io credo, un Natale finalmente normale, ma con qualcosa di più, cioè una dimensione affettiva potenziata, che la pandemia ci ha fatto riscoprire.
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