Il sessantesimo compleanno che Pam-Panorama festeggia quest’anno è certamente un traguardo importante per un’azienda di grande tradizione e ben radicata nel territorio italiano, ma rappresenta anche uno spartiacque per una realtà che punta fortissimo al futuro, al digitale e all’innovazione. Ne è convinto Gianpietro Corbari, amministratore delegato del Gruppo Pam, che abbiamo incontrato a Roma in occasione dell’inaugurazione del centro commerciale Aura, a due passi dal Vaticano, realizzato proprio da Pam-Panorama insieme a Cds Holding e Orion Capital. A margine della cerimonia di apertura del nuovo shopping mall, al cui interno c’è anche un Pam Superstore di ultima generazione di quasi 3.000 metri quadri dotato di terminali self scanning e di casse self checkout per un’esperienza di spesa agile e veloce, abbiamo chiesto a Gianpietro Corbari di raccontarci il momento del Gruppo Pam e le sue strategie future.

Com’è andato il 2017 e quali le prospettive per il 2018?
«Il 2017 è stato per noi un anno sicuramente positivo, con alti e bassi all’interno dei segmenti sui quali operiamo, dalle superfici molto piccole a quelle molto grandi, ma comunque la valutazione generale è positiva. Per il 2018 prevediamo un trend di crescita importante attraverso una riorganizzazione della rete sulla quale stiamo lavorando, ma anche attraverso operazioni di crescita con nuove aperture e acquisizioni che stiamo effettuando sul mercato».

Ci può fare il punto sulla vostra rete di vendita e sulle strategie future?
«Oggi contiamo 618 punti vendita diretti, oltre a 134 affiliati, che valgono circa 600.000 metri quadri di superficie: 106 Pam, 24 Panorama, 336 In’s e 52 Pam local, perciò una rete abbastanza nutrita. Concentreremo lo sviluppo futuro soprattutto sulle superfici piccole, sulle quali è stata costituita una formula di grandissimo successo, ma anche sui Pam e sui discount che stanno andando molto bene e che hanno una gestione molto positiva e molto attenta. La parte dei Panorama, invece, che è quella delle superfici grandi, è un segmento sul quale lavoreremo per identificare un modello di vendita più adatto alle esigenze di un consumatore diverso».

Quanto incidono le private label sulle referenze totali e quali sono i vostri punti di forza in questo ambito?
«L’incidenza delle private label sul nostro assortimento è abbastanza importante, abbiamo raggiunto quote molto significative e oggi siamo intorno al 18-19% sul totale, ma stiamo lavorando per incrementare questo valore, perché è un’area sulla quale noi esprimiamo il massimo. Abbiamo due aree di eccellenza all’interno dell’azienda: una è la parte dei freschi e freschissimi, l’altra è la parte dei prodotti a nostro marchio. Per dare soltanto qualche indicazione, i nostri freschi e freschissimi sono unici, sulla cui qualità poniamo un’attenzione spasmodica; il pesce è addirittura “nostro”, lo peschiamo con i nostri pescherecci e lo distribuiamo in tutta Italia. Sulla parte dei prodotti a marchio, invece, abbiamo dieci linee di prodotti nostri, declinate nei vari modelli di gamma, dalle referenze premium a quelle più di massa. Stiamo lavorando molto sui nostri marchi e mettiamo la stessa attenzione e la stessa voglia di comunicazione che mettono le grandi aziende di marca».

Quale opportunità rappresenta il Web per il vostro Gruppo in termini di e-commerce e social network?
«Il Web rappresenta un punto strategico per il nostro futuro: abbiamo una rete che è fatta di molta tradizione e allo stesso tempo è proiettata verso l’innovazione. Proprio per veicolare questo nuovo trend abbiamo costituito all’interno dell’azienda il “Pam Innovation Lab”, un laboratorio interdisciplinare costituito da venti persone che provengono da più settori del nostro Gruppo con i quali stiamo declinando alcune caratteristiche del digital futuro. Il nostro intento non è soltanto copiare le formule che oggi sono sul mercato internazionale, ma portare un contributo aggiuntivo che ci permetta di utilizzare una cultura digital all’interno dell’azienda. Lo stiamo facendo attraverso una sorta di “infarinatura digitale” in tutti i settori del Gruppo, in modo da crescere in maniera forte sul segmento delle vendite online che ha consumatori completamente diversi da quelli dei canali tradizionali. Questo progetto, al quale abbiamo destinato parecchie risorse, è un po’ quello che ha fatto Amazon integrando il suo modello virtuale di vendita con quello fisico. Ecco, noi abbiamo la grossa fortuna di avere un fisico molto forte e una vendita attraverso il fisico molto importante e riconosciuta, stiamo costruendo l’altra parte dell’azienda, quella virtuale e “intangible”».

Quest’anno il vostro Gruppo festeggia i 60 anni: cosa rappresenta questo importante traguardo?
«In occasione di questo avvenimento abbiamo previsto tante iniziative sia nei punti vendita sia in diverse città italiane per testimoniare lo stretto rapporto che abbiamo con i nostri consumatori. Si tratta di un traguardo che vede il passaggio da un’impresa di grande tradizione a una di grande innovazione. Credo che il sessantesimo compleanno rappresenti proprio lo spartiacque tra queste due realtà».