Mellin reinventa il welfare per le mamme in carriera
Mellin reinventa il welfare per le mamme in carriera
- Information
L’arrivo di un bambino nel mondo del lavoro costituisce ancora un delicato momento nel rapporto azienda – dipendente.
In Italia un terzo delle donne abbandona il proprio posto dopo il parto e circa la metà ha una maternità non completamente serena, con il risultato che le aziende perdono professionalità e competenze. Sonia Malaspina, responsabile risorse umane di Mellin (gruppo Danone) ha messo a punto “le 10 regole d’oro”, un decalogo a favore delle mamme lavoratrici che le tutela e sostiene prima, durante e dopo la gravidanza. Nell’intervista ci spiega in che modo.
Come mai avete deciso di aderire al progetto ‘un Fiocco in azienda?’ Cosa prevede di preciso?
L’adesione a questo progetto fa parte di un impegno più ampio di Mellin per rendere l’azienda un posto di lavoro più sensibile e solidale nei confronti dei dipendenti che diventano genitori. ‘Un Fiocco In Azienda’ ci permette di dare un aiuto concreto alle mamme e ai papà che lavorano nella nostra azienda, dando loro l’opportunità di godersi e vivere appieno l’esperienza della maternità e della paternità, a partire dalla gravidanza. In questo senso, l’iniziativa rispecchia perfettamente la vision e la mission Mellin che vuole essere un compagno di viaggio dei genitori, seguendo il percorso di vita dei bambini, dalla gravidanza fino ai 3 anni di vita. Per questo abbiamo scelto di aderire. I nostri impegni nei confronti dei genitori sono ’piccoli’, ma concreti: per esempio, li informiamo su tutti i diritti/doveri legati alla maternità/paternità; prevediamo un corso di educazione all’alimentazione per accompagnare la mamma durante e dopo la gravidanza; integriamo con un contributo economico il periodo di maternità facoltativa.
Il decalogo Bebè è composto da una serie di regole per aiutare l’azienda a gestire al meglio la maternità delle dipendenti. Come mai avete deciso di coinvolgere anche i papà?
Nella nostra visione, i papà sono parte integrante e attiva nella vita della famiglia a 360°, inclusa la crescita del bambino. E’ stato quindi naturale per noi coinvolgerlo nel progetto con iniziative a lui dedicate. Per esempio, le nostre ‘10 regole d’oro’ prevedono anche 5 giorni di paternità retribuita per i papà con l’obiettivo di consentire loro di essere presenti nei momenti importanti per il bambino; oppure la possibilità di posticipare o anticipare l’entrata e l’uscita in azienda, in occasione dell’entrata dei bambini all’asilo nido e alla scuola materna.
Quali sono i vantaggi per un’azienda che sceglie di sostenere le neonamme?
Per noi il punto cruciale è sostenere le donne in generale. Il nostro obiettivo, come Azienda, è quello di promuovere la parità: per esempio, una donna nell’età tra i 30 e i 40 anni non viene percepita come un ‘rischio’ perché potrebbe assentarsi per maternità, ma una risorsa importante a vantaggio dell’Azienda: nella nostra esperienza una donna mamma è una lavoratrice più motivata e più organizzata.
In base alla sua esperienza crede sia possibile coniugare in modo soddisfacente il ruolo di mamma con quello di donna manager?
Sì, come anticipato prima, una mamma lavoratrice può essere più motivata e rendere di più dal punto di vista lavorativo. Certo, è importante, nel momento in cui rientra a lavoro, fornirle l’assistenza necessaria perché riesca a organizzarsi nel modo migliore, dialogare con lei per capire come sta impostando la sua nuova vita tra lavoro e famiglia. Anche in questo senso, le nostre ‘10 regole d’oro’ vogliono dare un piccolo contributo: per esempio, abbiamo formalizzato un canale di comunicazione durante l’assenza dal posto di lavoro in modo che la mamma possa tenersi aggiornata e identificato ‘momenti di ascolto’ dei bisogni delle mamme durante il rientro in azienda.
Come mai secondo lei in Italia i vertici e le posizioni apicali sono ancora poco frequentate dal genere femminile?
Pensare ancora a una divisione dei ruoli, a mio avviso, è obsoleto, ma è vero che ancora si pensa che alcuni compiti o mansioni siano adatte solo agli uomini o viceversa solo alle donne. Un caso ‘classico’ è quello del direttore vendite che, nell’immaginario collettivo, è una posizione esclusivamente maschile perché implica continui viaggi e periodi di lontananza da casa.
Quello che stiamo facendo, come Azienda, è lavorare per ottenere una parità proprio ai livelli manageriali. Attualmente, la composizione del top management Mellin è ancora a vantaggio maschile con 3 donne e 5 uomini, ma stiamo lavorando per colmare il gap e, in fondo, non siamo così lontani.
Stefania Lorusso
Ti è piaciuto l'articolo?
Iscriviti alla newsletter e non perderti gli altri aggiornamenti.