Il Gigante si proietta verso una nuova crescita
Il Gigante si proietta verso una nuova crescita
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Il Gigante nasce il 21 settembre 1972, quando l’attuale presidente, Giancarlo Panizza, si unisce ad altri 29 commercianti per aprire il primo punto vendita in Viale Marelli 19, a Sesto San Giovanni, vicino a Milano.
I soci creano una struttura in cui i prodotti non alimentari si affiancano a quelli classici dell’alimentare, anticipando quello che oggi è il moderno ipermercato.
Nel 1973 viene inaugurata la sede centrale di Milano, affiancata da un centro distributivo, che occupa i capannoni che furono di Breda-Caproni, creando così una struttura logistica assolutamente innovativa per i tempi.
Nel 2014 l’insegna entra in Selex, mentre, a ottobre 2019, rileva 6 negozi della catena SuperDì, garantendo il posto, alle stesse condizioni di prima, ai 178 dipendenti che lavoravano nelle precedenti strutture. Sono già stati riconvertiti e riaperti i punti vendita di Trezzano sul Naviglio (Mi), Senago (Mi) e Porto Ceresio (Varese; 1.500 mq). Seguirà lo store di Cesano Maderno (MB) in questo mese di dicembre. Gli insediamenti di Paderno Dugnano (Mi) e Lodi entreranno nella rete all'inizio del 2020.
Il Gigante, che fa capo alla società Rialto Spa, ha un fatturato di oltre 1 miliardo di euro ed è presente, con una sessantina di negozi di dimensioni medio-grandi, in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna.
Giorgio Panizza, Consigliere delegato, approfondisce con noi i programmi e le strategie di un’insegna avviata verso un’ulteriore fase di crescita.
Partiamo dalla capogruppo…
Dopo alcune operazioni di razionalizzazione, lo schema societario è molto snello: Rialto Spa è la società che detiene immobili, rete commerciale ed è proprietaria del marchio Il Gigante. Poi c’è una società separata, controllata al 100%, Commercial Unione Prima Srl, che si occupa di ristorazione, cioè dello sviluppo, nei nostri punti vendita, del brand ‘A Modo Mio’ declinato in vari format e attivo fin dal 1993 e di Pollo Campero.
Quanti store ha Il Gigante dopo l’operazione Superdì?
Chiuderemo l’anno con 58 negozi totali, di cui il 50% circa nei centri commerciali. L’acquisizione delle strutture Superdì ha riguardato, in fase di asta, 4 punti vendita, mentre altri 2, quelli di Trezzano Sul Naviglio e Cesano Maderno, erano stati liberati e restituiti ai proprietari dei rispettivi immobili. La nostra offerta di locazione includeva anche la totale ristrutturazione e, forse per questo, è stata preferita a quella di altri concorrenti sia del canale supermercati, sia di quello discount.
Cosa possiamo dire dei format?
Il nostro focus è naturalmente, come già dice l’insegna, sulle superfici medio-grandi, di cui 16 fra i 4.000 e gli 8.000 mq, per richiamare un bacino di utenza significativo, che non si limiti al quartiere. Questo perché, in quasi tutti i punti vendita, abbiamo vere produzioni in store a partire dagli ingredienti e non dai semilavorati: panificazione, pasticceria, cucina… Siamo inoltre rimasti fra i pochi ad avere una parte di non food, che, al contrario di quanto si ritiene, resta, per una grande superficie, un settore importante. E parlo di grande e non di grandissima superficie, perché il nostro gruppo, a parte un paio di casi, non ha mai dovuto procedere a importanti ridimensionamenti, avendo già una taglia coerente con quella tipica del moderno ipermercato.
Altre attività?
Abbiamo avviato lo sviluppo dei petshop con l’insegna collettiva Selex, ‘Animali che passione’: al momento sono 3 in altrettanti punti vendita, ottenuti, in due casi, ritagliando una parte dell’area dell’iper. Molto importante è poi, come dicevo, lo sviluppo di ‘A Modo Mio’. Attualmente abbiamo una dozzina negozi focalizzati su bar, corner di pizza e ristoranti di pollo, questi in master franchising con la catena guatemalteca Pollo Campero, che, al momento, ha lanciato per noi 4 locali specializzati. La nostra ristorazione è collocata sempre nei punti vendita inseriti nei centri commerciali. Gestiamo inoltre sei distributori di carburante a marchio Il Gigante, presenti nei piazzali dei nostri negozi più grandi, con una formula low cost gradita dai clienti.
Private label: nonostante l’ingresso in Selex i prodotti ‘Il Gigante’ sono rimasti…
È vero, siamo l’unico socio che ha mantenuto, anche per i prodotti, il proprio marchio d’insegna, in quanto sarebbe stato un peccato perdere un patrimonio di oltre 1.000 referenze, commercializzate dalla fine degli anni Ottanta. In quest’area è nata una riflessione con la centrale, che ci ha portato a una scelta congiunta dei fornitori. Attualmente circa un 30% dei prodotti ‘Il Gigante’ è lavorato in comune con Selex, all’interno di un percorso comunque di evoluzione e incremento.
E il canale Internet?
Abbiamo aderito fin dall’inizio, cioè dal 2017, come altri soci Selex, alla piattaforma Così Comodo. Questo ingresso, che dà un ulteriore servizio al cliente, ci ha portato a riflettere sul clicca e ritira, oggi proposto da una dozzina dei nostri punti di vendita e con una media di un’apertura al mese. In due aree, della Lombardia e del Piemonte, siamo anche in test con la consegna a casa.
Cosa prevede per il vostro futuro?
L’ultima acquisizione dimostra la volontà, da parte del gruppo, di aumentare il fatturato, ma anche la redditività, attraverso la scelta di location inserite in bacini di utenza particolarmente interessanti e sinergici con la rete. Più in generale non è un mistero per nessuno che il 2019 sia stato un anno un po’ difficile per la Gdo, sia dal punto di vista dei ricavi, sia sotto il profilo dei margini. A uno scenario di consumi lenti si somma il continuo aumento della pressione concorrenziale e, di conseguenza, chi vuole rimanere all’interno del mercato deve darsi ritmi competitivi molto serrati.
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