Lidl Italia – oltre 600 punti vendita tutti di proprietà e 4 miliardi di fatturato – non cessa mai di annunciare novità. Solo in aprile e nei primi giorni di maggio ha presentato una nuova linea di abbigliamento eco-friendly per neonati, Lupilu Pure Collection, ha proseguito con successo la collaborazione con Heidi Klum nella moda donna con le proposte per l’estate, ha lanciato una campagna di comunicazione (su media classici e digitali) dedicata all’ortofrutta, ha annunciato importanti obiettivi di riduzione dell’uso di plastica, ha siglato un accordo per il welfare aziendale, ha firmato un contratto di sponsorizzazione con la scuderia faentina Toro Rosso di Formula 1.

Non solo: il gruppo ha unito le forze con Filiera Agricola Italiana (Coldiretti) per dare vita a Fdai, Firmato dagli agricoltori italiani, una gamma di prodotti che porta in tavola beni che utilizzano ingredienti di prima scelta, 100% italiani e tracciabili, sostenendo un modello di gestione etico dell’intero percorso produttivo di riso Carnaroli Igp, pasta trafilata al bronzo con grano lucano, olio toscano Igp e succo di frutta con agrumi di Calabria.

Quali di queste novità è più importante e soprattutto cosa ha in mente per il futuro la filiale nazionale del re del discount, che è, secondo la classifica di Deloitte il quarto retailer mondiale con vendite prossime ai 100 milioni di dollari? Lo abbiamo chiesto a Emilio Arduino, amministratore delegato sviluppo immobiliare e servizi centrali di Lidl Italia.

Quali operazioni vi danno i maggiori risultati?

È impossibile fare una classifica, in quanto le diverse iniziative contribuiscono tutte, in modi differenti, a un denominatore comune: offrire qualità a prezzi competitivi. Constatiamo che il consumatore ha sempre risposto bene e dunque siamo soddisfatti su tutta la linea. Va anche detto che le nostre innovazioni non sono sempre di carattere commerciale, ma anche sociale. Ci rende molto orgogliosi, per esempio, la collaborazione con il Banco Alimentare.

Di cosa si tratta?

‘Oltre il carrello - Lidl contro lo spreco’, questo il nome, prevede la donazione costante di prodotti alimentari non più vendibili secondo gli standard commerciali, ma ancora buoni e sicuri. Dal pane all’ortofrutta fino agli articoli confezionati: le eccedenze dei supermercati Lidl sono recuperate attraverso un piano di ritiro quasi giornaliero e destinate a una rete di strutture caritative locali. Un impegno tangibile da parte dell’azienda, che rafforza così ulteriormente il proprio legame con il territorio. Questi enti benefici danno, infatti, un supporto quotidiano alle persone meno fortunate, attraverso la distribuzione di pasti e generi alimentari.

Quante filiali coinvolge ‘Oltre il carrello’?

Sono già più di 60 gli store Lidl che da febbraio 2017 contribuiscono a questo progetto di solidarietà sociale che, entro il 2018, coinvolgerà l’intera rete di vendita. Lidl Italia si pone così anche l’obiettivo di ridurre sensibilmente gli sprechi, in linea con quanto dichiarato dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Il discount è sempre più simile al supermercato. Non teme una perdita di identità?

Lidl è fiero di essere un discount e vuole restarlo. Questo significa ottimizzare la gestione, semplificare i processi, assicurare un equilibrio costante fra qualità e convenienza. Tali concetti rimarranno costanti, anche se può variare la nostra interpretazione del canale, che deve seguire, logicamente, le preferenze del consumatore.

Parliamo dei piani di sviluppo…

Abbiamo programmato oltre 350 milioni di euro di investimenti per il 2018. Nel 2017 sono stati aperti 40 nuovi punti vendita, obiettivo che rimarrà costante anche quest’anno. Inoltre non si possono dimenticare gli interventi di modernizzazione, che hanno riguardato una sessantina di Pdv. Anche sul piano immobiliare, dunque, Lidl è una realtà in costante evoluzione. È evidente che ne conseguono ulteriori investimenti sul personale, sia in termini di nuove assunzioni - 1.800 lo scorso anno e 2.000 per l’anno in corso–, sia di formazione professionale. Ci sono ancora grandi spazi, anche perché se in certe aree italiane il discount ha quote di mercato del 30%, doppie rispetto alla media nazionale, ce ne sono altre con un potenziale inespresso. Il cliente dimostra sempre di attenderci e, a ogni nuova apertura, i negozi hanno un seguito che dura nel tempo. Il nostro esempio spiega anche perché ci siano nuovi player che si affacciano sul mercato.

Quanto è importante il nostro Paese nel mondo Lidl?

L’Italia è molto rilevante e si piazza, date le sue dimensioni, nelle prime 5 posizioni insieme a Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna. Il board di Lidl Italia è totalmente nazionale e l’importanza del made in Italy alimentare si riflette nei nostri assortimenti.

Cosa vuol dire italianità degli assortimenti?

L’offerta conta circa 2.000 articoli, di cui l’80% di produttori italiani e, per l’85%, costituita da marchi propri. Faccio solo l’esempio del nostro brand ‘Italiamo’, che è anche oggetto di export verso le consorelle degli altri Paesi per un totale di 500 milioni di euro all’anno. I nostri fornitori, dunque, hanno a disposizione una ‘vetrina’ europea di oltre 10.000 punti vendita. Altro marchio di successo è Cien, per l’igiene e bellezza, che ha come testimonial Laura Barriales, modella, attrice e personaggio televisivo.

Il format di Milano Via Giordani, aperto il 26 febbraio, ha rappresentato una novità: recupero edilizio, parcheggio sotterraneo, netta impostazione green... Diventerà il nuovo standard?

Lo standard è un concetto superato. Noi di Lidl vogliamo adattarci al meglio ai singoli contesti sociodemografici e edilizi. Però riprenderemo questo modello, che del resto è comune anche ad altri 3 supermercati: a Bologna, Verbania (Verbano-Cusio-Ossola) e a Tione di Trento. A Milano il parcheggio, che di solito occupa circa 2.000 mq, è stato collocato sotto il negozio di 1.400 mq di superficie commerciale, per andare incontro alle normative che tendono a limitare il consumo di suolo. Questa scelta ha costi maggiori in fase costruttiva e progettuale, ma garantisce di risparmiare sull’acquisto del terreno. E poi abbiamo riqualificato un immobile abbandonato da un decennio, mettendo al suo posto un punto vendita ad alta efficienza energetica.

In cosa si traduce l’elevata efficienza?

Gli elementi green sono parecchi. Un impianto fotovoltaico copre circa un quarto del fabbisogno del punto vendita. Ci sono poi le postazioni per il rifornimento di automobili elettriche, o ibride, e un sistema di recupero delle acque piovane. Dal punto vista energetico il 100% del fabbisogno del supermercato proviene da fonti rinnovabili. Aggiungo l’impianto di luci a LED, che consente di risparmiare il 50% rispetto alla normale illuminazione, nonché i frigoriferi conformi alle più recenti normative.

Lidl e Internet. Cosa possiamo dire?

Il nostro sito, che mette l’accento sulle offerte speciali, sui servizi e sul volantino, ci sta dando molte soddisfazioni. Lo stesso per la nostra pagina Facebook: aperta nel 2012 conta oggi più di 2 milioni di fan. Abbiamo persino creato una linea di prodotti, FANtastici, in collaborazione con la community. Poi siamo su Instagram, con 138.000 follower, e abbiamo due app, una che porta sugli smartphone offerte, volantini, ricerca punto vendita e un’altra, My Lidl Shop, un gioco che permette di creare il proprio supermercato. L’e-commerce e il clicca e ritira sono sicuramente importanti per tutti, ma richiedono, per essere approcciati nel modo giusto, modifiche strutturali sia dal punto di vista commerciale che logistico-immobiliare. Ma come avete detto non cessiamo mai di annunciare novità…


Nella gallery Lidl di Milano, Via Pietro Giordani 30