Arborea diventa gruppo e si sviluppa in Italia e all'estero
Arborea diventa gruppo e si sviluppa in Italia e all'estero
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Cooperativa assegnatari associati Arborea, impresa sarda, con sede vicino a Oristano, nata nel 1956 per la commercializzazione dei prodotti ottenuti dalla lavorazione del latte, conferito da 228 aziende agricole associate del territorio, dopo 63 anni diventa un gruppo operante in tutti i segmenti del lattiero-caseario, con stabilimenti in tutta Italia e un vasto piano di sviluppo per le aziende acquisite, cioè Fattorie Girau, nel 2011, e, nel 2018, Trentinalatte e Caplac-S.
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Gruppo Arborea è specializzato nella raccolta e trasformazione di latte vaccino, ovino e caprino e ha registrato, nel 2018, una produzione di 213,5 milioni di litri, per un fatturato complessivo di 184 milioni di euro.
La Cooperativa gestisce e presidia tutte le fasi della filiera produttiva, seguendo un percorso di qualità orientato al benessere degli animali, alla valorizzazione del produttore e alla salvaguardia dell'ambiente, tutelando così il territorio e il patrimonio agroalimentare e assicurando ai consumatori un latte di qualità 100% italiano.
In uno scenario caratterizzato da una costante crescita dell'export di prodotti lattiero-caseari italiani e da un mercato interno con consumi in ristrutturazione, Aborea punta, da un lato, a sviluppare le produzioni vaccine Arborea e quelle ovi-caprine di Fattorie Girau in Italia, Europa e Asia e, dall'altro, a consolidare la presenza del brand S.Ginese e delle produzioni Trentinalatte nei rispettivi mercati: la Toscana e la Liguria per i prodotti vaccini di Capannori (Lucca), il mercato italiano del private label e quello nazionale, per i brand Trentina. Ne abbiamo parlato con il Direttore vendite, Ignazio Sini.
Quali sono i programmi?
Nel 2019 il gruppo vuole continuare a investire, dando impulso all'export e aumentando le vendite in Penisola, che oggi già rappresentano il 38% del fatturato. La strategia è di accrescere le quote di mercato dei prodotti Arborea e Fattorie Girau nel Centro-Nord, puntando su una gamma specifica di prodotti vaccini e ovi-caprini. Per il brand Arborea - L'isola felice delle mucche è previsto, in particolare, un ampliamento dell'assortimento e la commercializzazione di nuovi formati di yogurt e formaggi per il mercato sardo e, parallelamente, un'intensificazione dei rapporti commerciali con la Cina per la vendita di latte, panna, mascarpone e burro per i mercati B2B e B2C. La Penisola e l'Europa saranno, invece, i principali bacini di riferimento per Fattorie Girau, con estensioni di gamma e un allargamento degli assortimenti in Gdo.
Parliamo dei vostri punti di forza…
Lo stimolo maggiore al nostro sviluppo è proprio la base sociale, sempre molto coesa e attenta al conto economico. I quantitativi di latte lavorato sono ingenti e ci permettono di guardare oltre la Sardegna, una strategia del resto avviata da un po’ di tempo. Le nostre 3 filiere di latte, vaccino, ovino e caprino, sono interamente certificate e interamente di produzione isolana. Per il latte caprino ci riforniamo da circa 80 allevatori, che sono nostri fornitori abituali, pur non facendo parte della cooperativa. Il fatto di avere una provenienza chiara e sempre identificabile è per noi motivo di orgoglio, ma soprattutto diventa un argomento molto persuasivo quando si va a fare sviluppo.
E all’estero?
Il fatturato estero è oggi intorno al 5% del totale per una cifra di 4,3 milioni di euro. L’obiettivo al 2019 è di raddoppiare, arrivando a circa 8 milioni. Fra i Paesi chiave, come detto, c’è la Cina, dove abbiamo investito in una società totalmente nostra, Arborea trading Shangai, che operando sul posto e con personale locale ci aiuta a capire questo immenso mercato. Altri bacini rilevanti sono Macao, la Corea, il Vietnam e, da già da tempo, il Nord Africa. Per il mercato europeo sono importanti soprattutto i formaggi di pecora e di capra, tipici della Sardegna.
Come vi distinguete nel mercato del latte?
Il latte, in Italia, è vissuto come una commodity, ma bisogna trovare all’interno di questo grande settore i giusti elementi di distinzione. L’origine italiana è importante, ma il nostro prodotto ha caratteri particolari, a cominciare da una filiera tramandata di padre in figlio, controllata e con oltre 60 anni di tradizione, il che, tra l’altro, ci mette al difuori delle tensioni sulla giusta remunerazione verso il settore primario che hanno segnato, in particolare, la Sardegna. Il nostro profilo qualitativo ci dà risultati più che apprezzabili, con un andamento che ci pone, con il latte bio, come terza referenza sul mercato, dopo Parmalat e Granarolo. Inoltre siamo entrati nel business del latte vaccino Mdd, grazie a due delle maggiori catene distributive nazionali, Coop ed Esselunga. Le marche private, sommando Trentinalatte, che ha una produzione rappresentata all’85% dalle Pl, hanno un peso sul fatturato consolidato di circa 35 milioni di euro, dunque un 20% dei ricavi, con il latte a farla da padrone.
Quanto vi ha aiutato il turismo verso l’Isola?
Non è certo un elemento da sottovalutare. Il movimento turistico verso la Sardegna ha dato una bella spallata, cosa che del resto si riflette su tutta l’economia locale. Ci capita spessissimo, dopo le ferie, di ricevere mail da altre regioni, o dall’estero, che ci chiedono dove trovare i nostri prodotti.
Concludiamo con i prodotti best seller…
Sicuramente, come incidenza sul fatturato, il latte rimane per noi il mercato principale e del resto noi stessi ci presentiamo come gli specialisti del latte. Una notevole notorietà ha anche il Dolcesardo, un formaggio vaccino a pasta molle, che è ormai noto in tutta Italia. In Gdo siamo presenti dunque soprattutto con latte e Dolcesardo. Con Girau abbiamo invece, nel retail moderno, una distribuzione importante e una posizione di leadership per i prodotti caprini, attraverso il latte Esl (extended shelf life), lo yogurt e le ricotte. Oggi questi prodotti sono molto ricercati grazie alla maggiore digeribilità rispetto alle versioni vaccine.
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