di Maria Teresa Giannini

Dopo le gelate primaverili del 2021 e nonostante l’aumento dei costi iniziato a fine 2021 e proseguito a inizio 2022, al termine di quest’estate in Apofruit hanno tirato un sospiro di sollievo come dimostrano i numeri del bilancio 2021.Ora l’azienda e il gruppo intero sperano in una campagna invernale che porti frutti altrettanto buoni, sia in senso letterale che metaforico, e chiedono alla politica nazionale un sostegno ai consumi rivolti al settore ortofrutticolo, affinché un andamento tutto sommato positivo non si trasformi in un passo di gambero. Abbiamo sentito Mirco Zanelli, direttore commerciale di Apofruit Italia.

Secondo Coldiretti e Anbi il 2022 è stato l’anno più caldo di sempre, con moltissimi fiumi, come il Po, che a memoria d’uomo non erano mai stati così in secca: cosa ha comportato questa siccità dal vostro punto di vista?

Naturalmente la campagna estiva è stata influenzata dalle altissime temperature raggiunte quest’anno che sono rimaste tali fino a poche settimane fa, cioè fino alle precipitazioni, che spesso però si manifestano in maniera violenta invece che dare sollievo. Il problema principale sarebbe sorto qualora egli enti di bonifica avessero sospeso il rifornimento idrico di canali e falde, che per fortuna non si sono verificate. Ci sono state, questo è vero, delle riduzioni in alcuni periodi particolarmente critici, ma finora i produttori hanno lavorato in modo oculato e ciò ha salvaguardato le produzioni. Le ripercussioni ci sono state, invece, sullo sviluppo e sulla pezzatura dei frutti.

Quali frutti estivi sono andati meglio a livello di volume e quali hanno generato più valore?

Le pesche nettarine e le albicocche sono tornate a livelli importanti dopo due anni di grossi problemi legati alle gelate primaverili. La vendita dei frutti della campagna estiva 2022 è in corso; perciò, non è ancora possibile diffondere dati consolidati a valore e a volume. Si può dire però che, come valore medio di vendita, le produzioni estive hanno avuto buone performance. Certo, tutto va contestualizzato e proporzionato agli aumenti dei costi che stiamo vivendo, a causa dei quali il margine di guadagno è stato in parte eroso.

Alla fine del primo trimestre 2022 la previsione di fatturato consolidato era di 320 milioni. A leggere il bilancio del 2021, invece, non solo il giro d’affari del gruppo risulta superiore (348milioni) ma anche quello di Apofruit, singolarmente preso, mostra numeri positivi: cosa ci raccontano questi dati?

Se parliamo del gruppo, cioè Apofruit e le società collegate, il fatturato ha superato le aspettative, mentre il fatturato di Apofruit è sostanzialmente stabile, in linea con i 241 milioni del 2020. Il dato che noi consideriamo davvero positivo e di cui andiamo fieri è l’aumento del 2% nelle liquidazioni ai produttori a parità di ricavi, un fatto avvenuto nonostante il volume complessivo gestito dalla cooperativa sia sceso del 16 per cento.

Come è stato possibile centrare questo obiettivo?

Riducendo i costi della cooperativa e migliorandone l’efficienza, per esempio chiudendo alcune strutture e centri di ritiro che, a causa della diminuzione dei volumi, non erano più attivi o non andavano a pieno regime.

A fine agosto lei ha dichiarato che potremo trovare le pesche ancora per l’intero mese di settembre, sebbene di solito il grosso delle vendite sia legato ai mesi della piena estate...

Sicuramente il fatto che il clima si stia sempre più tropicalizzando ha il suo peso; ciononostante va ricordato che in generale, il periodo di maturazione delle pesche va da giugno a settembre compreso, perciò non è raro trovarle anche alcune settimane dopo il ritorno dalle vacanze. Ci si va anche ad approvvigionare in aree di maturazione più tardiva, come la Sicilia, dove il bel tempo dura più a lungo, allungando così il calendario di vendita. A onore del vero, la coltivazione sempre più massiccia delle nettarine (le cosiddette “pesche noci”) segue la tendenza dei consumi, protesi per il 70-80% verso questa cultivar, contro il 30% totalizzato dalle altre.

A proposito di stagionalità e varietà di frutta, parliamo di “Frutta e verdura nelle scuole”, il programma di sensibilizzazione alimentare promosso dall’Unione Europea che in Italia è finanziato da quasi 26 milioni di euro, 17 diretti all’ortofrutta e 9 al settore lattiero caseario.

Da quanto si apprende in merito ai dati generali del progetto, leggendo il vostro bilancio consolidato, “Il coinvolgimento è di circa 960.000 alunni delle scuole primarie”, ma la popolazione delle scuole primarie è di circa 2milioni e 390mila bambine e bambini, il doppio. Le cooperative come Apofruit possono fare qualcosa per allargare la platea e rifornire più scuole? Cosa avrebbe potuto funzionare meglio dal 2010 a oggi?

Apofruit lavora per il progetto da 13 anni. Il contributo per il progetto ammontava a 2 milioni nel 2021 e 2 milioni e 100mila euro per il 2020. Nel Lazio, regione in cui abbiamo vinto l’appalto, sono coinvolti 107.300 alunni su un totale di 225.330. Le difficoltà maggiori sono quelle dell’avvio delle forniture: le gare d’appalto si svolgono ogni anno e ogni volta si riparte da zero. Questo comporta ritardi inevitabili nell’avvio della distribuzione, che quindi si condensa negli ultimi 3 mesi dell’anno scolastico; invece, sarebbe davvero utile ai bambini distribuire in maniera costante e continuativa vari tipi di frutta, per educarli al rispetto della stagionalità. Il bando prevede che la maggior parte della frutta sia intera, ma ci sono anche succhi, concentrati, prodotti di quarta gamma (prelavati e pretagliati, ndr): dunque una distribuzione più diluita aiuterebbe le scuole anche nello stoccaggio. Questo problema si è acuito molto negli ultimi anni, mentre nei primi tempi l’attività era più lunga.

Nel regolamento 2021 Apofruit c’è una novità nella gestione delle non conformità da residui: da cosa è scaturita questa decisione? Ci spiega in modo più approfondito in cosa consiste?

Come è noto, in Apofruit già il 30% delle aziende coltiva biologico e l’ordinamento giuridico italiano contempla già norme civili e penali contro l’abuso di pesticidi, o l’uso di sostanze non regolamentate. Il nuovo regolamento interno Apofruit è semplicemente più specifico: esso, infatti, distingue tra non conformità dovute a residui di sostanze legali, ma in quantità superiori ai limiti, da quelle dovute a principi attivi non ammessi sulle colture. Il regolamento, infine, chiarisce meglio la responsabilità disciplinare dei soci nella gestione delle sostanze: il consiglio di amministrazione ha deciso che, previo accertamento dei fatti, il socio che contravverrà alle regole e alle norme di legge, potrà anche essere espulso.

Quali sono i vostri auspici per l’autunno e l’inverno?

La produzione autunno/inverno pesa più del 55 per cento. Basti pensare che in questa stagione si concentrano le “famiglie” di frutta di più alto valore, come mele, pere, uva, cachi, kiwi. Il nostro auspicio è di assistere a interventi concreti di rilancio dei consumi di frutta, così come ad azioni sull’aumento dei costi dell’energia da parte del Governo, sulla falsa riga del provvedimento adottato dalla neo-premier britannica: del resto, nel nostro settore, il tema della conservazione ha un impatto davvero considerevole.