di Maria Teresa Giannini
Divenuta italiana al 100% dalla scorsa primavera, Conforama Italia punta a rifarsi l’immagine e ad affermarsi nel mondo della progettazione e vendita di arredamento italiano di qualità.
L’azienda, presente in Italia dal 2006 con 19 negozi, affronta da 18 mesi un percorso lungo ma stimolante, quello intrapreso dai manager Eric Joselzon, chairman of the board, Emanuele De Beni, chief financial officer e Alex Saetti, chief operating officer: il 19 maggio 2022 i tre, attraverso la società Dalia Holding (e grazie all’intervento del fondo americano Lcn Capital Partners) hanno rilevato il 100% delle quote di Conforama Italia, sottraendola alle mani del gruppo sudafricano Steinhoff. La novità però, adesso, è nello sviluppo del formato ConfoCity nei centri cittadini e nella volontà di “riprendere in mano” i vecchi punti vendita, i grandi negozi collocati nelle zone industriali, offrendo un’esperienza di shopping completamente rinnovata. Di entrambi i progetti ha parlato Alex Saetti, chief operating officer di Conforama Italia.
Il primo a “urbanizzare” i punti vendita che prima erano confinati fuori dai centri abitati è stato, quattro anni fa, Ikea, i cui spazi cittadini però sono dei planning-studio. Vale lo stesso per i ConfoCity oppure sono veri e propri negozi in piccolo?
I ConfoCity di Conforama Italia sono qualcosa di molto diverso, sia nel format che negli obiettivi. Si tratta di veri e propri store, che hanno metrature ridotte rispetto a quelli tradizionali ma si collocano in centri urbani con almeno 50mila abitanti e a meno di 50 km dai negozi “madre”, con i quali condividono diversi servizi come logistica, backoffice e pianificazione.
Quali sono le novità della formula ConfoCity?
I ConfoCity - che oggi sono presenti a Sottomarina di Chioggia, Mantova e Verona - oltre a vantare un’ampia selezione di arredi su misura per tutti gli ambienti di casa, sono stati progettati tenendo ben a mente i quattro capi saldi della strategia di Conforama: la progettazione, sostenibilità, accessibilità dei prodotti e il gusto made in Italy.
Oltre a rilanciare la vostra immagine di marchio italiano, questa formula cerca un nuovo posizionamento, offrendo ai clienti qualità, linee e prodotti nuovi, magari con prezzi differenti?
ConfoCity è un progetto in cui crediamo moltissimo, ricco di novità e cambiamenti tesi a consolidare la nuova immagine del brand. Lo sviluppo di questa formula, che comunque conserva un legame a doppio filo con i grandi store della catena, è fondamentale per noi in quanto ci permette di inserirci nel mercato dell’arredamento tradizionale, che nel nostro Paese vale circa il 70%, con un’offerta di qualità che risulta, al tempo stesso, fortemente competitiva.
A quale clientela parla Conforama con i suoi punti vendita più classici e a quale invece si rivolgono i Confocity?
Il punto non è servire persone con esigenze diverse: non facciamo differenze fra tipi di clientela, ci rivolgiamo semplicemente a tutti coloro che sono alla ricerca di mobili di qualità. Entrare nei centri città però è per noi un vero elemento distintivo perché ci permetterà di offrire un servizio più vicino e su misura alle persone.
Su quali canali avete investito o investirete per il rilancio di Conforama Italia? Come si compone la vostra “torta comunicativa”?
Nel 2024 miriamo a ottenere un significativo aumento del fatturato. Per farlo, puntiamo sulla recente riapertura del punto vendita di Rieti-Cittaducale e ad ampliare la presenza dei nostri ConfoCity, consolidando al contempo la crescita degli store tradizionali. Siamo consapevoli che questo obiettivo richiederà un grande impegno da parte di tutti i nostri dipendenti e collaboratori ma siamo convinti che sia possibile raggiungerlo grazie alla qualità dei nostri prodotti e servizi, alla personalizzazione delle soluzioni offerte ai clienti e alla competenza del nostro personale. Continueremo quindi a lavorare con determinazione per raggiungere questo importante traguardo entro la fine del 2024.