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Tuttofood si presenta con 4.700 aziende, gli spirits e il fuori salone

Tuttofood si presenta con 4.700 aziende, gli spirits e il fuori salone

Tuttofood si presenta con 4.700 aziende, gli spirits e il fuori salone

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Emanuele Scarci

Decolla il nuovo Tuttofood Milano. A tre settimane dal taglio del nastro nel quartiere fieristico di Rho-Milano (5 - 8 maggio), si annuncia una manifestazione più internazionale rispetto al passato e con più espositori esteri: 75 mila mq netti, di cui il 25% occupato da operatori internazionali, provenienti, in particolare, da Spagna, Francia, Grecia e nord Europa, ma ci sarà anche uno spazio di piccole imprese americane.

“Il nostro obiettivo - ha detto questa mattina durante la presentazione Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma, organizzatore dell’evento meneghino dedicato al cibo - è arrivare nel 2028 a oltre il 50% di spazi espositivi netti occupati da aziende internazionali>>.
La scelta della fiera milanese è quella di accelerare sulle filiere produttive internazionali (Cibus è invece concentrata sul made in Italy). Gli organizzatori stimano la partecipazione di 4.700 realtà aziendali su 75 mila mq netti distribuiti su 10 padiglioni, tre più dell’edizione 2023, con 3 mila buyer internazionali e 90 mila visitatori. Un bel passo avanti rispetto al passato: i bilanci degli ultimi 12 anni di Fieramilano registrano per Tuttofood mediamente 1.300 contratti con 3mila espositori e 60 mila mq netti. Eccetto i 75 mila mq del 2015, anno di Expo Milano, e i 30.410 mq dell’anno pandemico 2021.

Food e mixology

Secondo Cellie, Tuttofood “è un salone inclusivo e dialogante in tempi di barriere e dazi che stimola ulteriormente a farne il punto di incontro strategico per gli operatori interessati a esplorare le ultime tendenze del food, cogliendo l’occasione di toccare con mano le innovazioni provenienti da tutto il mondo e siglare accordi commerciali”. Peraltro il top manager stima che Tuttofood e il fuori salone possano generare “già da questa edizione un impatto diretto e indiretto di oltre 150 milioni di euro sull’intera città di Milano”.

Secondo i promotori, il salone milanese rappresenterà tutti i settori del food e anche quelli dell’offerta beverage di spirits e della mixology. L’expertise nel beverage è rafforzato dalle recenti acquisizioni di Fiere di Parma nel canale del fuori casa, con l’ingresso nel capitale del Roma Bar Show e l’integrazione in fiera dell’appuntamento milanese di Mixology Experience (padiglione 14). Probabilmente una proposta in competizione con quella di Beer&Food Attraction di Rimini.

Inoltre, il lancio di Tuttofood week - Nutrire il futuro (3-8 maggio), il primo fuori salone dedicato al mondo food, organizzato in collaborazione con Mondadori Media. In agenda un ricco palinsesto di eventi diffusi a Milano che avrà il suo fulcro nell’Adi Museum.
In sostanza, si vuole riproporre anche per il cibo la formula del fuori salone del mobile. “E Milano - ha sottolineato Cellie - è la citta più accogliente per il cibo, pur con tutto il rispetto per Colonia”.

Sfida a Sial Paris

Dal 2026 Tuttofood si sposterà negli anni pari (Cibus in quelli dispari), così da alternarsi con l’Anuga di Colonia (partner di ferro di Fiere di Parma) e mettere nel mirino la biennale Sial Paris: nell’ultima edizione l’evento transalpino ha dichiarato 7.500 espositori, di cui 730 italiani (primo paese per numero), provenienti da 127 nazioni, e 270 mila mq lordi. La prossima edizione si terrà nell’ottobre 2026. L’evento italiano è fissato invece in maggio, 5 mesi prima della manifestazione francese: quali gli elementi di distinzione di Tuttofood? “Noi e Sial abbiamo ambizioni diverse - ha detto Cellie, senza scoprire le carte -. Poi Sial (si svolge a Paris nord Villepinte ndr) è lontana da Parigi mentre Rho-Milano è collegata e integrata benissimo con la città”.  

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