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Redoro, nell’olio la qualità paga
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Redoro, nell’olio la qualità paga
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Un’offerta premium price, con un prodotto 100 per cento italiano incentrato su due Dop di eccellenza, Garda e Veneto Valpolicella, cui si aggiunge un 10 per cento di produzione biologica. Ma, soprattutto, un tasso di crescita a due cifre. Particolare di non poco conto di questi tempi. Specie nel complicato mercato dell’olio d’oliva, “zavorrato” da uno dei più alti indici di promozionalità nel grocery.
«E’ vero – ammette Daniele Salvagno, direttore generale dei Frantoi Veneti Redoro, nonché presidente del consorzio olio Veneto dop e presidente nazionale di Federdop olio - ci rivolgiamo a una fascia di clientela molto selezionata. E questo probabilmente ci mette al riparo da quella che è stata nel corso degli ultimi anni una vera e propria emorragia di valore delle marche e dei prodotti dell’extravergine a causa dell’altissima pressione promozionale che caratterizza la categoria dell’olio».
Quindi voi andate in controtendenza…
Sì, la nostra è una piccola azienda, fatturiamo circa 10 milioni di euro, ma ci distinguiamo per un prodotto di altissima qualità. Gli ultimi dati Iri ci danno in crescita del 12 per cento a volume e del 14 per cento a valore.
Cosa intende per altissima qualità?
«Intendo un prodotto controllato, certificato e garantito. Sulla qualità investiamo tutte le nostre risorse. A cominciare dalla tracciabilità di filiera, continuando attraverso la selezione dei produttori, un migliaio di produttori agricoli che fanno il conferimento in giornata presso i nostri frantoi, fino al monitoraggio delle produzioni, controllate dai nostri tecnici anche in campagna, e alle analisi sul prodotto effettuate dai nostri laboratori. Se per qualcuno oggi è una moda fare l'olio extravergine 100 per cento italiano, noi lo facciamo dal 1895: niente miscele di olio comunitario, Grecia Spagna o addirittura Tunisia. Solo olio italiano. Il fatto di avere una clientela molto esigente, del resto, ci impone di selezionare sempre meglio i nostri produttori. Le nostre olive vengono cernite cassone per cassone…»
Le proprietà organolettiche del vostro olio, caratteristiche del nord Italia, incontrano anche il gusto dei consumatori di altre regioni?
«Un olio buono è buono ovunque sul territorio. Il nostro prodotto è un blend di moltissimi produttori, ma di altissima qualità. E questo ci permette di avere un sapore costante nel tempo, un profumo e un’eleganza nella persistenza, un equilibrio di gusto, con un tono leggermente speziato, ma non troppo aggressivo e che trova il gradimento di diverse fasce di età di consumatori. Una caratteristica che ci differenzia da altri oli come il toscano, fatto di sole olive erbacee o dal coratino pugliese. Questo equilibrio ci privilegia ancor più all’estero. I migliori chef internazionali che usano il nostro olio giustificano questa loro scelta per il fatto che il gusto del prodotto non cambia di anno in anno. Siamo così abili nel fare le selezioni, con un passaggio tra vecchio e nuovo raccolto talmente graduale e lento, che il gusto rimane costante, non si ha un cambio drastico del prodotto».
All’estero, in quali paesi siete più presenti?
«Soprattutto in Giappone, dove - tra gli altri - i nostri prodotti vengono utilizzati in una catena di sushi bar con 2200 punti vendita. Poi in nord America e nord Europa, in particolare nei paesi scandinavi, in Belgio, Olanda ecc.»
In Italia, qual è il prodotto Redoro più presente sugli scaffali della Gdo?
«Tra i prodotti più apprezzati c'è la bottiglia di extravergine etichetta gialla da litro Redoro, una bottiglia caratterizzata da un manico che la differenzia dalla concorrenza per l’esclusività della forma. Il prodotto è il blend Redoro per eccellenza, contraddistinto da un ottimo rapporto qualità-prezzo - è posizionato al consumo intorno ai 7 euro – dalla territorialità e dall’alta tecnologia produttiva grazie alla estrazione a freddo.»
Quali sono le attività su cui vi impegnate maggiormente per fare conoscere l’olio Redoro ai consumatori?
«Sul piano della comunicazione siamo particolarmente attivi con banchetti di degustazione all'interno dei punti vendita, perché per fare capire al consumatore la vera differenza del nostro olio l'unica cosa è farlo assaggiare, valorizzandolo per quello che effettivamente vale. A questo si aggiunge una intensa attività di partecipazione a sagre e feste di paese che dimostra la volontà da parte nostra di fare assaggiare il prodotto anche fuori dalle occasioni di acquisto primario. Naturalmente, e compatibilmente con le nostre disponibilità, non disdegniamo iniziative di pubblicità classica. A fine anno, per esempio, daremo il via una campagna televisiva sulle reti Rai con spot da 15 secondi. Un investimento che riteniamo accrescerà la conoscenza del nostro marchio e spingerà molto le vendite oltre l'area 1 e 2, nelle quali siamo tradizionalmente più presenti».
«E’ vero – ammette Daniele Salvagno, direttore generale dei Frantoi Veneti Redoro, nonché presidente del consorzio olio Veneto dop e presidente nazionale di Federdop olio - ci rivolgiamo a una fascia di clientela molto selezionata. E questo probabilmente ci mette al riparo da quella che è stata nel corso degli ultimi anni una vera e propria emorragia di valore delle marche e dei prodotti dell’extravergine a causa dell’altissima pressione promozionale che caratterizza la categoria dell’olio».
Quindi voi andate in controtendenza…
Sì, la nostra è una piccola azienda, fatturiamo circa 10 milioni di euro, ma ci distinguiamo per un prodotto di altissima qualità. Gli ultimi dati Iri ci danno in crescita del 12 per cento a volume e del 14 per cento a valore.
Cosa intende per altissima qualità?
«Intendo un prodotto controllato, certificato e garantito. Sulla qualità investiamo tutte le nostre risorse. A cominciare dalla tracciabilità di filiera, continuando attraverso la selezione dei produttori, un migliaio di produttori agricoli che fanno il conferimento in giornata presso i nostri frantoi, fino al monitoraggio delle produzioni, controllate dai nostri tecnici anche in campagna, e alle analisi sul prodotto effettuate dai nostri laboratori. Se per qualcuno oggi è una moda fare l'olio extravergine 100 per cento italiano, noi lo facciamo dal 1895: niente miscele di olio comunitario, Grecia Spagna o addirittura Tunisia. Solo olio italiano. Il fatto di avere una clientela molto esigente, del resto, ci impone di selezionare sempre meglio i nostri produttori. Le nostre olive vengono cernite cassone per cassone…»
Le proprietà organolettiche del vostro olio, caratteristiche del nord Italia, incontrano anche il gusto dei consumatori di altre regioni?
«Un olio buono è buono ovunque sul territorio. Il nostro prodotto è un blend di moltissimi produttori, ma di altissima qualità. E questo ci permette di avere un sapore costante nel tempo, un profumo e un’eleganza nella persistenza, un equilibrio di gusto, con un tono leggermente speziato, ma non troppo aggressivo e che trova il gradimento di diverse fasce di età di consumatori. Una caratteristica che ci differenzia da altri oli come il toscano, fatto di sole olive erbacee o dal coratino pugliese. Questo equilibrio ci privilegia ancor più all’estero. I migliori chef internazionali che usano il nostro olio giustificano questa loro scelta per il fatto che il gusto del prodotto non cambia di anno in anno. Siamo così abili nel fare le selezioni, con un passaggio tra vecchio e nuovo raccolto talmente graduale e lento, che il gusto rimane costante, non si ha un cambio drastico del prodotto».
All’estero, in quali paesi siete più presenti?
«Soprattutto in Giappone, dove - tra gli altri - i nostri prodotti vengono utilizzati in una catena di sushi bar con 2200 punti vendita. Poi in nord America e nord Europa, in particolare nei paesi scandinavi, in Belgio, Olanda ecc.»
In Italia, qual è il prodotto Redoro più presente sugli scaffali della Gdo?
«Tra i prodotti più apprezzati c'è la bottiglia di extravergine etichetta gialla da litro Redoro, una bottiglia caratterizzata da un manico che la differenzia dalla concorrenza per l’esclusività della forma. Il prodotto è il blend Redoro per eccellenza, contraddistinto da un ottimo rapporto qualità-prezzo - è posizionato al consumo intorno ai 7 euro – dalla territorialità e dall’alta tecnologia produttiva grazie alla estrazione a freddo.»
Quali sono le attività su cui vi impegnate maggiormente per fare conoscere l’olio Redoro ai consumatori?
«Sul piano della comunicazione siamo particolarmente attivi con banchetti di degustazione all'interno dei punti vendita, perché per fare capire al consumatore la vera differenza del nostro olio l'unica cosa è farlo assaggiare, valorizzandolo per quello che effettivamente vale. A questo si aggiunge una intensa attività di partecipazione a sagre e feste di paese che dimostra la volontà da parte nostra di fare assaggiare il prodotto anche fuori dalle occasioni di acquisto primario. Naturalmente, e compatibilmente con le nostre disponibilità, non disdegniamo iniziative di pubblicità classica. A fine anno, per esempio, daremo il via una campagna televisiva sulle reti Rai con spot da 15 secondi. Un investimento che riteniamo accrescerà la conoscenza del nostro marchio e spingerà molto le vendite oltre l'area 1 e 2, nelle quali siamo tradizionalmente più presenti».
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