Il virus nella tazzina: illycaffè perde 74 milioni di ricavi ma chiude il 2020 in utile
Il virus nella tazzina: illycaffè perde 74 milioni di ricavi ma chiude il 2020 in utile
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di Emanuele Scarci
Il virus non fa sconti e colpisce le società più esposte sull’Horeca.
Nel 2020 i ricavi di illycaffè sono scivolati di quasi 74 milioni (-14,2%) a 446,5 milioni, il Margine operativo lordo ha perso il 21,2% a 57,7 milioni e l’utile netto il 73% a 5 milioni. Il calo del Mol sul fatturato è stato contenuto in un punto percentuale, passando dal 14 al 13%.
Un esercizio all’insegna dell’emergenza sanitaria che ha vanificato anni di investimenti e progressi. “Le vendite legate alla grande distribuzione (+30%) e l’e-commerce (+38%) hanno parzialmente compensato il repentino calo di fatturato che la pandemia ha determinato nel segmento del fuori casa, impattato dalle chiusure di bar e ristoranti in Italia e nel resto del mondo per buona parte dell’anno” dichiara la multinazionale della famiglia Illy.
Troppi bar e ristoranti
illycaffè è strutturalmente sbilanciata sul fuori casa, in particolare sui bar e sulla ristorazione. Oltre che con la rete degli illy Caffè in gestione diretta o in franchising. A fine 2020 i punti vendita monomarca di illy erano 225, tra i quali 186 illy Caffè (di cui 16 in gestione diretta) e 39 illy Shop (di cui 11 in gestione diretta).
L’anno scorso il consumo di caffè in casa è rimbalzato dal 40% al 56% dei ricavi di illycaffè. Una crescita che ha riguardato sia i sistemi porzionati che comprendono le capsule Iperespresso, le capsule compatibili e il sistema in cialde, sia il caffè macinato e in grani.
Ottimismo
“Abbiamo affrontato la pandemia con solidi fondamentali, una chiara visione del valore della marca e un deciso impegno sulla digitalizzazione del business - commenta il ceo Massimiliano Pogliani (a dx nella foto, con Andrea Illy) -. I risultati 2020, ancorché penalizzati dalla debolezza dei consumi fuori casa, confermano la forza del brand illy e l’efficacia delle azioni sviluppate per mitigare l’impatto della pandemia”.
Pogliani si dichiara ottimista sul futuro dell’azienda, ma in realtà le pesanti restrizioni anti-pandemiche imposte dai Governi europei fino a maggio e le parziali aperture estive condizioneranno i consumi di caffè in Italia e in Europa. Meglio negli Usa. Intanto però si perderanno almeno 5 mesi dell’esercizio 2021.
Dal raffronto con altri player italiani, emerge (pur con modelli di business diversi) che nel 2020 Lavazza ha perso “solo” il 5,2% del fatturato e il 13% del Mol mentre Segafredo ha ceduto (nei primi 9 mesi), rispettivamente, l’8% e il 51%.
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