di Emanuele Scarci

La Molisana programma il futuro acquistando all’asta lo Zuccherificio del Molise per 2,5 milioni e sottolinea come il boom delle materie prime e dell’energia renda necessario ritoccare il prezzo della pasta al consumo di 40-50 centesimi al chilo. La società La Molisana fu rilevata nel 2011 per 20 milioni dalla famiglia di mugnai Ferro e la integrarono in filiera con le Semolerie Molisane. Negli anni successivi La Molisana ha scalato la classifica dei produttori italiani fino a diventare, a valore, terzo brand nazionale nella pasta classica e secondo nella pasta integrale. Nel 2021 il gruppo si è avvicinato a 300 milioni di fatturato.

“Abbiamo puntato tanto sull'innovazione tecnologica e sulla sostenibilità ambientale - sottolinea a Distribuzione Moderna il ceo e comproprietario del pastificio Giuseppe Ferro (nella foto) -. Abbiamo innovato anche sui formati di pasta come ad esempio con lo spaghetto quadrato e tanto altro".

A proposito, avete perso la battaglia legale con Barilla che ha chiesto e ottenuto l'annullamento della registrazione del marchio spaghetto quadrato.

E’ vero. Lo temevo ed è successo. Abbiamo perso una battaglia legale ma con Barilla abbiamo vinto il confronto sul mercato: l’anno scorso nella pasta secca siamo cresciuti di circa il 10% a fronte di un mercato in picchiata. Nell’integrale siamo il secondo brand. Comunque oggi chi desidera mangiare uno spaghetto quadrato sceglie La Molisana e non altri brand.

Quanto è costato lo Zuccherificio del Molise di Termoli?

Considerando l’ultimo lotto per il quale siamo in gara probabilmente da soli, all’incirca 2,5 milioni per 25 ettari. Praticamente il costo di un appartamento in centro a Milano. Nell’area acquisita abbiamo la strada ferrata all’interno e l’autostrada a 2 km. Ma soprattutto siamo molto vicini ai campi di grano del Foggiano.

25 ettari sono decisamente troppi per costruire dei silos?

E’ così. Abbiamo anche 20 mila mq di magazzini pronti e li utilizzeremo sia per stoccare il grano sia per delle attività diversificate delle quali, al momento, non so dirle. Comunque stiamo riflettendo su alcune diversificazioni.

Quest’anno come impatterà l’aumento delle materie prime sul prezzo della pasta?

Siamo in sofferenza da qualche mese. Il grano è balzato da 300 euro/tonnellata a 570 euro; il gas da 15 centesimi/metro cubo a 90 centesimi. E’ necessario un aumento di 40-50 centesimi al chilo di pasta per compensare il boom dei costi di produzione. Altrimenti significa perdere.

A che punto è la campagna dei rinnovi contrattuali con la Gdo?

Li abbiamo rinnovati solo con alcune catene commerciali e soltanto parzialmente. Gli altri pezzi di aumenti li concederanno più avanti. Giusto che la Gdo abbia una sensibilità estrema per l’inflazione, ma come si fa a non riconoscere aumenti dei costi di produzione del 30/40%? Alla fine 40/50 centesimi di aumento per i consumatori si trasformerebbero in un aumento annuale pro-capite di appena 9 euro.