Di Emanuele Scarci

Consumi depressi, ma, dopo 8 mesi in negativo, a gennaio tornano a crescere i prezzi: +0,5%. Con uno sprint inatteso del carrello della spesa che comprende alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona: +1% in un mese. È l’effetto dei nuovi contratti stipulati da retailer e industria? Secondo Federdistribuzione, l’associazione della distribuzione moderna, la responsabilità è del maltempo e dello stop imposto dalle autorità ai centri commerciali, luoghi di risparmio. Le stime preliminari di Istat indicano che a gennaio l'indice dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,5% su base mensile e dello 0,2% su base annua (da -0,2% di dicembre). L’aumento congiunturale dell’indice generale (da un mese all’altro) è dovuto prevalentemente alla crescita dell'energia (beni non regolamentati +3,2%) e degli alimentari (+1%).

L’ammortizzatore

Quali le cause del colpo di acceleratore? «Ci lasciamo alle spalle un primo mese dell’anno sul quale hanno inciso principalmente due fattori - afferma Carlo Alberto Buttarelli, direttore ufficio studi di Federdistribuzione -: da un lato persistenti ondate di maltempo hanno creato difficoltà su alcune produzioni ortofrutticole nazionali ed europee, incidendo sulla disponibilità di alcuni prodotti e comportando oscillazioni dei prezzi che le imprese distributive hanno attenuato; dall’altro il perdurare delle misure restrittive e di limitazione allo spostamento delle persone hanno impedito l’accesso alle grandi superfici di vendita che offrono maggiori occasioni di risparmio. Elementi che hanno influenzato la dinamica dei prezzi riferita al carrello della spesa rilevata da Istat (+0,7%). Nella distribuzione moderna le nostre stime mostrano un incremento più contenuto pari a +0,3%».

Hanno inciso i nuovi contratti con l’industria di marca? «Non credo - replica Buttarelli -. La differenza la può fare l’accettazione o meno dei nuovi listini che l’industria di marca spesso presenta alla grande distribuzione nel momento dei rinnovi contrattuali. Queste richieste talvolta non vengono accettate se non supportate da motivazioni oggettive. In ogni caso, qualora accettate, hanno un effetto che si diluisce durante tutto il primo semestre».

Cambia il paniere

Intanto cambia il paniere Istat per l'inflazione. Tra i prodotti entrano nel paniere 2021: integratori alimentari, casco per veicoli a due ruote, mascherine chirurgiche, mascherine FFP2, gel igienizzante mani, ricarica elettrica per auto, monopattino elettrico sharing, servizio di posta elettronica certificata e dispositivo anti abbandono. Tra i prodotti che rappresentano consumi consolidati, entrano, tra gli altri, macchina impastatrice e bottiglia termica. Rimangono tutti gli altri prodotti perché, spiega l'Istat, nessuno mostra segnali di obsolescenza.