Altromercato, la principale realtà di commercio equo e solidale italiana e tra le più grandi al mondo, chiude l’anno fiscale con un fatturato di oltre 33 milioni di euro, registrando una crescita del 13% sull’anno precedente.

Il periodo di esercizio - da luglio 2020 a giugno 2021 - è il primo in cui è stato applicato il ‘Piano industriale 2020-2023’, voluto per uscire da anni difficili e riprendere quell’energia di cambiamento che è lo scopo morale dell’organizzazione. L’anno fiscale si è chiuso con una perdita di 779 mila euro, in linea con quanto previsto in sede di presentazione di budget - come necessità di investimenti iniziali per l’avvio del Piano Industriale stesso - ma il valore della produzione netta è cresciuto del 13% rispetto al 2020, passando dai 30,245 milioni di euro dell’anno precedente ai 34,258 dell’ultimo anno sociale.

«Sono convinto che un approccio al tema dell'economia che tenga presenti istanze non prettamente economiche sia l’unica via possibile. Oggi pensare ad un'economia solo come puro profitto diventa svilente nei confronti di quello che l’economia può davvero fare a livello di cambiamento per la società e per l’ambiente. Per di più notiamo una crescente percezione di impotenza nella politica sia nazionale che sovranazionale mentre c’è una grande attenzione alle imprese private e al ruolo di poter effettivamente cambiare le regole del mercato e al consumatore come attori del cambiamento delle regole del mercato in chiave di maggiore sostenibilità», afferma Alessandro Franceschini, presidente di Altromercato.

Le categorie che hanno conosciuto una maggiore crescita nelle vendite sono state quelle dei prodotti food confezionati (+5%), le materie prime (soprattutto zucchero e cacao) con un aumento del 58% e la linea di cosmetica equa solidale (+19%). Le vendite di materie prime, principalmente in seguito a partnership di medio periodo con industrie di trasformazione e catene distributive, sono aumentate in modo significativo grazie all’avvio di nuovi accordi pluriennali, segnando una crescita del 58%, pari a circa 3 milioni di ricavi.

Per quanto riguarda i canali di vendita, sugli oltre 33 milioni di fatturato la grande distribuzione ha pesato per il 25,3%, l’industria per il 23,8% e le botteghe Altromercato per il 22,8%. Le botteghe, pur risentendo ancora degli effetti dei protocolli Covid in essere, tengono in tutte le categorie merceologiche, registrando una crescita del +8% nei prodotti alimentari. Infine, il canale ristorazione, che beneficia della riapertura delle scuole primarie, registra un +13%.