Aumenteranno di 15 milioni le risorse che il Consorzio del Parmigiano Reggiano – 320 caseifici per 3.200 allevamenti - investirà nel prossimo quadriennio.

Già a partire dal 2017, l'ente di tutela metterà in campo 3,1 milioni in più per sostenere il buon andamento del mercato interno, portando gli investimenti da 8,8 a 11,9 milioni e, contemporaneamente, aggiungerà 1,6 milioni alle azioni condotte all'estero, il cui valore passerà da 4,2 a 5,8 milioni.

Una strategia tutta all'attacco e approvata, lo scorso 15 dicembre, dall'Assemblea dei consorziati, che, fra l’altro, ha dato il via all'aumento del contributo versato annualmente: salirà di un euro in due scaglioni, da 6 a 6,50 nel 2017 e poi a 7, dal 2018.

Il bilancio preventivo consortile per il prossimo anno indica 28,75 milioni di entrate. Tra le voci di spesa spiccano, appunto, ben 17,81 milioni di investimenti, ma anche ulteriori interventi sulla sorveglianza (1,2 milioni in più) e progetti speciali per 1,75 milioni.

"Questo impegno - sottolinea il presidente del Consorzio, Alessandro Bezzi - ci consente di impostare un piano quadriennale meno legato a situazioni congiunturali e più orientato a trainare una crescita di un sistema per il quale ci sono buone prospettive sia sul mercato italiano, che oltre frontiera".

I consumi interni sono cresciuti del 2,2% nel 2015 e, mentre altri formaggi Dop stanno pagando la crescita di prodotti similari, il Reggiano sta per archiviare il 2016 con un nuovo consolidamento delle sue posizioni, tanto che si stima una variazione positiva dello 0,3 per cento.

“Contemporaneamente – continua Bezzi - l'export è lievitato del 7% circa nei primi 9 mesi e le vendite dirette da parte dei caseifici (che rappresentano quasi il 10% del totale) evidenziano un’impennata del 14 per cento. Sono tutte testimonianze del rapporto di grande fiducia tra consumatori e prodotto”.

Le quotazioni, conclude il presidente, “sono finalmente ritornate su intonazioni più consone alle caratteristiche e ai costi di produzione di una Dop che gli italiani inseriscono nella top ten dei marchi mondiali ritenuti più affidabili, ma la crescita degli ultimi mesi (1 euro/kg in più da luglio a novembre, con valori che oggi si collocano al di sopra dei 9 euro/kg per il prodotto stagionato 12 mesi) va decisamente sostenuta, lo ripeto, con nuove azioni e nuovi investimenti a fianco di esportatori, commercianti, distribuzione e con il potenziamento della vigilanza internazionale".