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Ikea: cambiano i vertici, ma non la strategia

Ikea: cambiano i vertici, ma non la strategia
Ikea: cambiano i vertici, ma non la strategia

Ikea: cambiano i vertici, ma non la strategia

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Fabio Massi

Cambio ai vertici internazionali di Ikea a seguito delle dimissioni a sorpresa, il 24 maggio, dopo neanche 4 anni di incarico e una mezza vita (22 anni) in azienda, dell’amministratore delegato Peter Agnefjäll (46 anni).

Il top manager ha motivato la propria uscita in modo un po’ contraddittorio, da un lato con la voglia di affrontare nuove avventure manageriali, e, dall’altro, con l’intenzione di trascorrere più tempo in famiglia.

Il mandato passa a Jesper Brodin (48 anni), capo mondiale della logistica, che, come Agnefjäll, viene dalla schiera dei più stretti collaboratori del fondatore Ingvar Kamprad, e che si insedierà a partire dal 1° di settembre.

Se cambia il timoniere, non cambia però la strategia del gruppo che, allo stato attuale è attivo in 28 Paesi, Italia compresa (21 Pdv), con 348 negozi, 22 pick up, 41 centri commerciali, per un fatturato che, nell’anno fiscale 2016, ha raggiunto 34,2 miliardi di euro.

Ikea proseguirà nel proprio piano di crescita, con un obiettivo che punta ai 50 miliardi di vendite entro il 2020. Il principale asse strategico della multinazionale dei mobili e degli articoli per la casa, punta verso l’Asia, già fondamentale per l'ad uscente. Qui il gruppo ha già una tentina di grandi superfici, ma l’intenzione è di potenziare al massimo la rete. Altro elemento di forza sarà lo sviluppo del canale online, per il quale Agnefjäll si era dato, nel 2015, un target medio internazionale del 10% sul totale vendite.

Brodin, intervistato da Bloomberg, ha spiegato: “Abbiamo molte idee eccezionali in mente. Vogliamo aprire nuovi mercati e scoprire dove possiamo consolidare ulteriormente la customer experience. Del resto le opportunità di crescita non mancano perché, in molti mercati, a parte quello svedese abbiamo quote di mercato ancora piccole. Sto pensando in particolare all’enorme potenziale della Cina e dell’India, ma anche agli Usa. Per gli States (dove Ikea ha una cinquantina di negozi, ndr) abbiamo già messo parecchie bandierine sulla nostra mappa strategica”.

Ikea, che ha chiuso il 2016 con 12 nuove aperture, intende aggiungere, nel corso del 2017, a livello internazionale, altre 18 grandi superfici.

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