Nel 2008 gli utili netti dell’azienda olandese sono crollati del 74% a 209 milioni di euro e il margine operativo ha segnato un -24% a 1,1 miliardi di euro.

Heineken ha subito l’impatto negativo generato dal deprezzamento degli investimenti attuati l’anno scorso in India (200 milioni di euro), Russia (275 milioni) e Regno Unito (189 milioni).

Nonostante ciò, e grazie all’acquisizione attuata in partnership con Carlsberg di Scottish & Newcastle in maggio e all’innalzamento dei prezzi dell’8%, il giro d’affari è cresciuto del 24% arrivando a 14,3 miliardi di euro.

La situazione resta comunque critica e a ciò si aggiungono l’indebitamento fiscale, salito da 1,74 miliardi di un anno fa a 8,9 miliardi di euro attuali, e il calo dei consumi di birra in gran parte dei mercati europei e negli Stati Uniti.

Per far fronte alla situazione, Heineken ha quindi annunciato una strategia difensiva, che prevede la cessione di alcune attività e un calo degli investimenti pari a 400 milioni di euro.

In realtà un piano di contenimento dei costi è in atto già da un paio di ann
i e ha portato alla soppressione di 12mila posti di lavoro e alla chiusura di cinque stabilimenti, per un risparmio di 469 milioni di euro. Delle misure che non hanno però avuto gli effetti sperati di fronte alla crisi finanziaria.