Danone sempre più ‘plant based’: dopo l’acquisto, nel 2016, di White wave foods, colosso Usa da 3,8 miliardi di dollari di fatturato (nel 2015), nonché specialista dei prodotti lattieri biologici e d'origine vegetale, la multinazionale francese cambia l’assetto del polo Edp (Essentail dairy and plant based).

La rivoluzione è partita dal Nord America, area cruciale per Danone, dove la divisione Edp è ora rappresentata direttamente nel Comitato esecutivo. Essa ha acquisito una completa autonomia e ha un proprio vertice nella persona di Shane Grant, ex top manager di Coca Cola, che ha raggiunto il gruppo nella veste di vicepresidente esecutivo e amministratore delegato.

L’elemento più interessante è la creazione, da parte della più grande B-Corp al mondo, con un fatturato di 25,3 miliardi di euro nel 2019, della Plant-based acceleration unit.

La nuova centrale di sviluppo, diretta da Francisco Camacho, opererà su scala internazionale nello studio di alimenti a forte contenuto di innovazione.

Il piano porterà il base vegetale, oggi rappresentato dal marchio ombrello Alpro - bevande, alternative allo yogurt e alla panna, caffè e dessert - a salire da un fatturato di 2 miliardi di euro fino a 5 miliardi entro il 2025. E' un trend naturale, per usare un gioco di parole, visto che il consumatore moderno è sempre più flexitariano, interpretazione laica e pluralista della dieta, in quanto tende a mixare, a seconda del bisogno e dei casi, tutti gli stili alimentari, da quello vegano a quello classico.

L’acceleratore avrà anche anche la funzione di potenziare la presenza di Danone in altre categorie, come il caffè, gli alimenti per bambini e quelli per persone mature.

Altro punto importante è il rafforzamento in nuovi e promettenti mercati, come l'Est europeo, l'America latina e l'Africa, due aree, queste ultime, dove lo sviluppo della multinazionale è, per ora, all'inizio.

L’ingresso in Danone di WhiteWave ha creato, dopo un piano triennale di integrazione, sinergie per un valore di 300 milioni di dollari.