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Il Consorzio della Coppa di Parma aggiorna il disciplinare

Il Consorzio della Coppa di Parma aggiorna il disciplinare

Il Consorzio della Coppa di Parma aggiorna il disciplinare

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redazione

Il Consorzio di Tutela della Coppa di Parma Igp ha concluso l’iter per l’aggiornamento del proprio disciplinare, già approvato dal Ministero e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.  Le modifiche riguardano vari punti per migliorare ancor di più la tracciabilità della materia prima e il rispetto ancora più stringente dei requisiti previsti dal disciplinare, dall’alimentazione dei suini ai tipi genetici e combinazioni ammesse, con una modifica sostanziale per quanto riguarda il peso: all’interno del disciplinare non è più previsto il peso medio vivo, che era di 160 chilogrammi con 10% in più o in meno di tolleranza, quanto invece quello della singola carcassa, ora compreso tra 110,1 e 190 chili, rilevato al momento della macellazione.

Il Consorzio, che racchiude 21 aziende produttrici con un fatturato di 73 milioni di euro, spiega così le motivazioni alla base della modifica. «Il criterio del peso della singola carcassa, a differenza del peso vivo, consente un controllo più puntuale dei requisiti di ammissibilità di ciascun suino macellato – afferma Fabrizio Aschieri, presidente del Consorzio di Tutela della Coppa di Parma Igp –. Si tratta di un metodo preciso e migliorativo che garantisce più trasparenza, aumentando così ancor di più la qualità del prodotto».

La scelta deriva anche da un miglioramento del benessere animale durante l’allevamento, con ricadute sulla genetica e soprattutto sull’alimentazione che hanno portato a un aumento del peso del suino durante il percorso di crescita. Anche per questa ragione nel disciplinare è stata modificata pure la durata della fase di “magronaggio” (allattamento e svezzamento), che in questa versione passa da un peso massimo di 80 chili agli attuali 85, dovuto sempre al miglioramento generale della capacità di crescita dell’animale. È stata infine aggiornata l’alimentazione dei suini destinati all’Igp, con l’inserimento di una tabella dettagliata delle materie prime ammesse nella fase di magronaggio e utilizzata anche per la fase di ingrasso.

Il nuovo disciplinare mantiene comunque inalterate le linee guida principali: la zona di produzione rimane nei territori delle province di Parma, Modena, Reggio Emilia, Mantova e Pavia, oltre ai comuni lungo il Po che rientrano nelle province di Lodi e Cremona e a San Colombano al Lambro per quanto riguarda Milano. Rimane invariato anche il peso minimo della Coppa di Parma Igp (1,3 chili) e la dimensione (tra 25 e 40 centimetri) con una stagionatura che varia a seconda del peso: almeno 60 giorni se è tra i 2 e i 2,6 chili a inizio lavorazione e almeno 90 se supera i 2,6.

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