Assofranchising, Confimprese e Fif-Confesercenti hanno creato un tavolo di lavoro permanente per rappresentare al governo la necessità di un riconoscimento per le imprese che operano in franchising. “La prima istanza – afferma Patrizia De Luise, presidente della Federazione italiana franchising – è la richiesta di un codice Ateco al fine di monitorare sempre meglio la dimensione del settore che, anche in un periodo di forte contrazione economica, ha continuato a mostrare segni di andamento positivo».

Si conferma l’attualità della formula distributiva con numeri di tutto rispetto. «Dall’ultimo Rapporto sul Franchising emerge che il comparto rappresenta in Italia 21,7 miliardi di euro di fatturato, 180.525 addetti e 53.313 punti vendita – dichiara Graziano Fiorelli, presidente Assofranchising – si tratta di una valida alternativa al lavoro subordinato non solo perché crea nuova occupazione anche tra i giovani, ma perché offre l’opportunità di ricollocamento alle risorse fuoriuscite  volontariamente o meno dal mondo del lavoro, il tutto in condizioni di maggiore sicurezza rispetto all’avviare un’attività in proprio da soli».

Assofranchising, Confimprese e Fif sono concordi nel lamentare lo scarso interesse da parte delle istituzioni verso le garanzie offerte dal franchising. “Ci chiediamo come mai – sostiene Francesco Montuolo, vice presidente Confimprese – in un momento in cui la formazione professionale e le reti d’impresa sono temi di grande attualità non venga riconosciuto dal legislatore il valore di una formula che fa leva proprio su questi asset. Mi preme ricordare che nel franchising l’affiliante si fa carico a proprie spese della formazione professionale del franchisee”.

A questo proposito le tre associazioni firmatarie hanno chiesto una serie di incontri istituzionali ai ministeri competenti, cioè del Lavoro, dell’Economia e Finanza e dello Sviluppo Economico per aprire un dialogo sul franchising, strumento strategico per l’affermazione e la crescita della piccola e media impresa.