Si è svolta il 20 giugno, presso la sede di Confindustria, l’Assemblea annuale di Federvini.
Presenti all’evento parlamentari e personalità del mondo politico, tra i quali il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, onorevole Guido Tampieri, il Sottosegretario alla Salute, onorevole Giampaolo Patta ed il Sottosegretario alle Politiche Europee e Commercio Internazionale, onorevole Mauro Agostini.

Il Sottosegretario alla Salute, onorevole Patta, ha focalizzato il suo intervento sull’importanza della sicurezza del consumatore, esprimendo, però, perplessità sull’accanimento normativo che ha prodotto un numero di provvedimenti a dir poco esagerato e di difficile applicazione: la salute dei consumatori va tutelata ma non danneggiando il legittimo interesse economico dei produttori.

Il Sottosegretario ha concluso auspicando che l’Italia acquisisca maggiore visibilità all’interno del panorama europeo; in particolare il settore vitivinicolo deve continuare la sua sfida nel miglioramento progressivo della qualità.

Il Sottosegretario alle Politiche Europee e Commercio Internazionale, onorevole Agostini, ha ricordato che per lavorare in Europa bisogna “stare in Europa”, senza questa condizione l’Italia non potrà mai aspirare ad avere prestigio e capacità strategiche.

Per quanto riguarda più specificamente il settore del vino, ha sottolineato come ci sia da fare e da dare di più. In questo senso la carenza nei grandi livelli dimensionali conferma la consistente frammentazione del comparto. Bisogna a questo proposito creare spunti d’iniziativa, in particolare attraverso nuovi rapporti tra regioni, potere centrale, camere di commercio e puntando sulla apertura a formule di partecipazione e condivisione tra i produttori.

Il Presidente di Federvini Piero Mastroberardino ha ricordato che il rilancio del settore vinicolo italiano è già in atto da alcuni anni e ci sono le premesse per sperare possa continuare la tendenza di crescita.

“E’ la vera sfida dei prossimi anni alla quale, non solo l’Italia ma tutti i Paesi dell’Unione Europea, devono rispondere con grande dinamicità e capacità di promozione e con una visione più ampia e dinamica non rimanendo ingessati alle normative di coltivazione e produzione, pur nel rispetto della tradizione e della qualità”.