Alimentare: un'equazione impossibile?

Alimentare: un'equazione impossibile?
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Cibo e giovani: un rapporto facile o difficile? Né l’uno, né l’altro. Se mai una relazione di amore e, qualche volta, di prudenza, che si adatta, senza grandi scostamenti, al quadro generale della popolazione over 35. Ma il prezzo detta legge...
Secondo l'Osservatorio Young Factor Monitor di Nomisma, ricerca che si basa su interviste a persone fra i 18 e i 35 anni, l’alimentazione non è semplice nutrizione, ma soddisfazione, condivisione e socialità, nonché un mezzo per stare bene e praticare scelte sostenibili.
La sostenibilità non è tutto
Ma prima di dilungarci su un tema, francamente, molto visto e molto enfatizzato, a volte a sproposito, va detto che, anche per coloro che hanno ancora una lunga vita davanti, il mantra è il risparmio, cosa che non dovrebbe stupire affatto: la giovane età è solitamente, ceteris paribus, sinonimo di redditi più bassi e di una famiglia più numerosa. Certo l’andamento delle nascite non è entusiasmante. L’Istat spiega che l’indice di natalità 2024 è stato del 6,3 per mille e che, rispetto al 2023 (6,4 per mille) ha compiuto ancora un piccolo passo indietro.
Guardando alle categorie di prodotti acquistate con maggiore frequenza, almeno nelle età meno avanzate, vincono i prodotti in sconto, offerta o promozione (37% più della stessa intensità promo), con un buon rapporto qualità-prezzo (32%) quando non di primo prezzo (23%).
Al valore della convenienza, se ne accostano, come si accennava, molti altri, di valenza etica.
L'etica deve essere gustosa
Le scelte di acquisto praticate rinnovano la vicinanza degli under 35 ai temi ambientali e alla tutela del benessere animale, declinati nella ricerca di prodotti con packaging sostenibili come, per esempio, quelli con materiali provenienti da fonti rinnovabili (citati nel 22% dei casi) e con una preferenza, più marcata, rispetto agli over 35, per prodotti vegani e plant based (18% vs 7%). Da sottolineare che oggi 6 giovani italiani su 10 hanno ridotto o completamente eliminato il consumo di carne.
Tra i cibi e le bevande acquistati con regolarità dalle fasce giovanili spiccano anche gli healthy food, siano essi senza zuccheri aggiunti (34%), poco processati (20%) o con pochi, o senza, grassi (18%) e i prodotti espressione del territorio o a chilometro zero (20%).
Lo testimonia, inoltre, il fatto che, per 8 su 10, le pratiche di sostenibilità quotidiane passano, fra l'altro, da acquisti alimentari consapevoli.
Persino le azioni per ridurre gli impatti generati dall’emergenza climatica transitano dalle scelte in ambito food: il 54% degli italiani under 35 riduce gli sprechi acquistando solo il cibo necessario, il 31% (+6 punti percentuali rispetto a chi ha più di 35 anni) preferisce beni con caratteristiche di sostenibilità e il 38% con imballaggi "in verde".
Rispetto agli over 35, i giovani si mostrano più sensibili anche verso il profilo di sostenibilità dei produttori e degli industriali (il 25% degli under 35 predilige prodotti realizzati da imprese attive sui temi Esg, contro il 15% degli over 35) e più propensi a sperimentare l’autoproduzione di cibi e bevande (22% vs 16%).
Una tavola rigorosa e leggermente punitiva? Niente affatto, perché, negli ultimi 12 mesi, i giovani italiani hanno decretato la loro preferenza per alimenti gustosi e in grado di appagare pienamente la ricerca di piacere e soddisfazione (52%), questo però senza scordare i prodotti funzionali e con effetti benefici per la salute (44%), sostenibili e con un ridotto impatto sull’ambiente (36%). La ricerca di simili caratteristiche, come scritto, non va però in deroga al bisogno di risparmio e convenienza, aspetto ricercato da 1 giovane su 3.
Sono tutti, come abbiamo detto in apertura, temi diffusi e noti, ma in un momento di grandi fiere alimentari - da Tuttofood Milano a Macfrut Rimini (6-8 maggio) e, in certo senso di Zoomark Bologna (gli animali sono sempre più parte della famiglia) - sono importanti elementi di riflessione.
I settori del cibo e delle bevande sono sempre più chiamati a fare tornare la difficile (impossibile?) equazione fra qualità, salute, benessere, gusto e prezzi bassi, per giunta in un momento in cui l’inflazione torna ad alzare la testa. In aprile il carrello della spesa si è appesantito del 2,6%, con un leggero e ulteriore aggravamento in confronto al 2,1% di marzo.
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