Farmer market e contadini urbani: un trend consolidato

Farmer market e contadini urbani: un trend consolidato
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Da alcuni anni si sente sempre più spesso parlare, soprattutto nelle aree geografiche più ricche e industrializzate, di “contadini urbani”. È in costante aumento, cioè, il numero di giovani e di famiglie che vogliono non solo riconquistare gli spazi delle città ma anche (e soprattutto) ripensare il rapporto con quello che mangiano.
In altre parole, obiettivo di questa nuova categoria di persone è nutrirsi in modo più sano, attraverso diverse modalità: acquistando prodotti nei mercati a filiera corta, entrando a far parte di un gruppo di acquisto, sottoscrivendo servizi di vendita diretta o - per chi dispone di uno spazio verde - dedicandosi all’orto.
Per capire meglio cosa spinga questa tipologia di consumatori a mutare le proprie abitudini di spesa e di fruizione del cibo, suggeriamo la lettura di “La rivoluzione della lattuga. Si può riscrivere l’economia del cibo?”, edito recentemente da Egea.
Il libro analizza, fra le altre cose, anche la dimensione del fenomeno, che è ormai diffusissimo in tutto il mondo, dagli Usa all’Europa. Negli Stati Uniti, per esempio, dal 1998 al 2009 i farmers market sono passati da 2.700 a più di 5.200. In Italia, nel 2010, il numero dei mercati di Coldiretti è cresciuto del 28% e oltre 8 milioni di italiani vi hanno fatto la spesa.
I gruppi di acquisto che si organizzano in varie formule per comprare direttamente dai produttori si moltiplicano e sono ormai oltre 2.500 negli Usa, 1.500 in Francia, altrettanti in Italia. Come è facile intuire, quella che fino a qualche tempo fa poteva essere considerata solo una tendenza passeggera ha assunto, invece, i caratteri di un trend stabile e consolidato, che val la pena studiare e comprendere.
La rivoluzione della lattuga. Si può riscrivere l’economia del cibo?
Egea
di Franca Roiatti
216 pagine
20 euro in formato cartaceo, - 11,99 in digitale
In altre parole, obiettivo di questa nuova categoria di persone è nutrirsi in modo più sano, attraverso diverse modalità: acquistando prodotti nei mercati a filiera corta, entrando a far parte di un gruppo di acquisto, sottoscrivendo servizi di vendita diretta o - per chi dispone di uno spazio verde - dedicandosi all’orto.
Per capire meglio cosa spinga questa tipologia di consumatori a mutare le proprie abitudini di spesa e di fruizione del cibo, suggeriamo la lettura di “La rivoluzione della lattuga. Si può riscrivere l’economia del cibo?”, edito recentemente da Egea.
Il libro analizza, fra le altre cose, anche la dimensione del fenomeno, che è ormai diffusissimo in tutto il mondo, dagli Usa all’Europa. Negli Stati Uniti, per esempio, dal 1998 al 2009 i farmers market sono passati da 2.700 a più di 5.200. In Italia, nel 2010, il numero dei mercati di Coldiretti è cresciuto del 28% e oltre 8 milioni di italiani vi hanno fatto la spesa.
I gruppi di acquisto che si organizzano in varie formule per comprare direttamente dai produttori si moltiplicano e sono ormai oltre 2.500 negli Usa, 1.500 in Francia, altrettanti in Italia. Come è facile intuire, quella che fino a qualche tempo fa poteva essere considerata solo una tendenza passeggera ha assunto, invece, i caratteri di un trend stabile e consolidato, che val la pena studiare e comprendere.
La rivoluzione della lattuga. Si può riscrivere l’economia del cibo?
Egea
di Franca Roiatti
216 pagine
20 euro in formato cartaceo, - 11,99 in digitale
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