NielsenIQ fotografa il panorama retail post pandemia
NielsenIQ fotografa il panorama retail post pandemia
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di Claudia Scorza
NielsenIQ ha condotto uno studio a livello mondiale denominato “The New Economic Divide” focalizzato sul nuovo divario economico che va a delinearsi nell’era post pandemia.
La ricerca identifica cinque gruppi di consumatori differenti in cui è possibile tracciare le nuove abitudini d’acquisto per il 2022 e come ognuno di essi sia caratterizzato da tratti distintivi ben definiti.
Il primo gruppo include gli “Strugglers”, coloro i quali hanno sperimentato e continuano a vivere l'insicurezza finanziaria a causa del Covid-19. Essi rappresentano il 23% dei consumatori a livello mondiale, mentre in Italia sono il 10%. Nel mondo, il 21% degli intervistati appartiene invece ai “Rebounders”, categoria che ha sperimentato l'insicurezza finanziaria durante la pandemia ma che, oggi, è di nuovo in pista; nel Belpaese questo gruppo è pari al 14% della popolazione intervistata.
Coloro che non hanno registrato un impatto sulla sicurezza finanziaria ma rimangono prudenti nelle spese fanno parte della categoria dei “Cautious” ed equivale al 38% di persone nel mondo e al 52% in Italia. Gli “Unchanged” sono, invece, coloro che non hanno subito impatti dalla pandemia e hanno continuato a fare acquisti senza preoccupazioni; in Italia sono il 18% dei consumatori, mentre a livello globale sono il 12%.
L’ultima categoria è quella dei “Thrivers” con il 7% dei consumatori in Italia e il 6% nel mondo; quest’ultima identifica coloro che hanno risparmiato denaro durante il Covid-19 e che si sentono più sicuri finanziariamente rispetto a prima dell'inizio dell’emergenza sanitaria.
«Gli ultimi due anni hanno notevolmente cambiato le priorità e le scelte d’acquisto delle persone. Stando ai risultati della ricerca, date le diverse prospettive e divisioni, per il settore retail diventa importante comprendere le nuove esigenze dei consumatori e rimodulare le strategie di marketing», afferma Luca De Nard, amministratore delegato di NielsenIQ Italia. «In uno scenario in cui nuove varianti del Covid-19, eventi geopolitici e pressioni macroeconomiche contribuiscono a creare incertezza nella società, più consumatori verranno finanziariamente colpiti e la cautela si intensificherà allargando il divario economico. I brand devono iniziare ad analizzare con attenzione i feedback dei propri clienti puntando sempre di più ad una targetizzazione delle attività promozionali».
Secondo la ricerca di NielsenIQ, quasi la metà (49%) dei consumatori globali e il 31% degli italiani affermano di essere un omnishopper, ovvero di fare regolarmente la spesa attraverso canali sia offline sia online. Nel nostro paese i canali fisici come i supermercati o gli alimentari sono la scelta preferenziale per il 63% degli intervistati e la percentuale incrementa per i gruppi Struggler e Cautious (66%).
Nello specifico, il supermercato è il canale di vendita più utilizzato per la spesa settimanale per l’88% degli Struggler, mentre i negozi indipendenti e le botteghe sono il punto vendita prescelto dal 34% dei Thriver. Stando alla categorizzazione realizzata da NielsenIQ, solo il 7% degli italiani sceglie di effettuare esclusivamente la spesa online. Il dato più alto, pari al 14%, è da attribuire ai Rebounder, mentre solamente il 4% dei Cautious utilizza il canale digitale.
Con la pandemia si è inoltre diffuso e affermato anche in Italia il servizio di delivery per la consegna degli acquisti: questa modalità di acquisto viene scelta dal 23% dei Rebounder. I servizi di prenotazione e ritiro in negozio, come il click & collect, registrano un basso tasso di gradimento per la categoria degli Struggler (5%) e un maggior interesse per i Rebounder (17%). Per il 15% degli Struggler è ormai una normalità ordinare e ricevere prodotti da un rivenditore online che non ha un negozio fisico. Invece, compra online per ottenere offerte migliori il 18% dei Rebounder.
In Italia, in relazione ad un periodo precedente di sei mesi, il 33% dei consumatori più cauti afferma di acquistare gli stessi prodotti pur avendone rilevato un aumento di prezzo. Solo per il 32% degli Struggler il costo della spesa settimanale è rimasto più o meno invariato, mentre il 5% degli Unchanged non tiene traccia dei prezzi dei prodotti o della spesa ed è più propenso a restare fedele ai propri marchi abituali, indipendentemente dal prezzo.
Inoltre, alla domanda posta nel sondaggio su come i consumatori stanno affrontando la gestione del costo della spesa domestica, il 43% dei Cautious afferma di comprare qualsiasi marca sia in promozione ponderando attentamente i pro e contro degli acquisti; il 34% degli Struggler seleziona, invece, il prodotto dal prezzo più basso, indipendentemente dal brand per questa categoria: l'offerta più economica sarà la scelta preferenziale.
L’acquisto di una confezione come il formato famiglia è l’opzione meno scelta dalla categoria Struggler (15%), ma preferita dagli Unchanged (27%). Il 35% dei Rebounder, invece, attende che i prodotti preferiti siano in promozione dimostrandosi sempre attenti ai costi. Per contenete le spese, il 20% degli Struggler smette di comprare certi prodotti, mentre l’11% dei Cautious e il 2% dei Thriver scelgono di cambiare marca solo se il prezzo del brand preferito aumenta.
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