di Emanuele Scarci


Vinitaly è tornata, non più con le folle ondeggianti della pre-pandemia ma con tanti buyer e operatori e meno winelover. Questa sera chiuderà i battenti e il primo bilancio della manifestazione scaligera è più che positivo. Hanno partecipato 4.400 aziende e si stimano 25 mila buyer esteri nonostante la defezione di russi, bielorussi e cinesi. Tra un mese il circo del vino si trasferirà in Germania, al ProWein.

“Siamo soddisfatti – dichiara Benedetto Renda, amministratore delegato di Cantine Pellegrino – a Vinitaly 2022 abbiamo visto più operatori professionali e pochi consumatori a caccia di assaggi. Alla fine cercavamo la platea dei professionisti è l’abbiamo trovata”.

I bilanci 2021, quelli del dopo pandemia, hanno premiato, in particolare, le grandi aziende che hanno superato i ricavi del 2019: Giv, Antinori, Lunelli-Ferrari, Frescobaldi, Villa Sandi, Mionetto, Piccini e altri dei Top 30. Per esempio, il fatturato di Tenute Piccini è balzato da 68 milioni a 102. Ha beneficiato dello stretto legame con la grande distribuzione: il fatturato deriva per il 90% dalle vendite sugli scaffali di Esselunga, Metro, Carrefour, Coop, Conad, Aldi e Autogrill. La società del Chianti è presente sia con il proprio brand che con il marchio del distributore.

Tonfo della Gdo

Nel 2022 la musica nella distribuzione moderna è però cambiata. Secondo i dati di Iri, nelle prime 11 settimane del 2022 le vendite di vino, a volume, sono calate dell’8,6% e quelle di bollicine del 9,8%. A valore la contrazione è anche più pesante: rispettivamente -9,1% e -12,4%. Il canale discount ha retto meglio: il vino è arretrato del 4,2% ma le bollicine hanno guadagnato il 2,5%.

Quanto all’intensità promozionale nella Gdo, lo sconto è stato lievemente più basso nel vino rispetto al 2021. Ma nel complesso i volumi venduti in promozione sono stati decisamente più bassi e ciò ha permesso ai retailer di recuperare marginalità. Da considerare che, da inizio d’anno, l’inflazione nel largo consumo è stata del 2,2%.

Nell’Uovo di Pasqua

Cosa accadrà con i nuovi aumenti dei prezzi dopo il boom dei costi di vetro, cartone ed energia? Per Iri, è necessario attendere le statistiche del dopo Pasqua per capire l'entità degli aumenti e anche per interpretare se i trend subiranno cambiamenti. Per esempio, i consumatori prediligono sullo scaffale le bottiglie Doc. L’anno scorso il prezzo medio è arrivato a 5,55 euro per bottiglia (+4,1% sul 2020), per un valore complessivo di quasi 1,5 miliardi.

La classifica Iri dei vini a maggior tasso di crescita comprende: Lugana con un prezzo di 7,42 euro, Amarone 17,68, Valpolicella Ripasso 7,22, Nebbiolo 6,70, Sagrantino 9,35, Brunello di Montalcino 20,44 e Lagrein 7,18.

Il vino più venduto nella distribuzione moderna è il Chianti: spunta un prezzo medio di 4,09 euro a bottiglia, per un valore complessivo di circa 83 milioni di euro. Nel 2021 le vendite nella Gdo di vino sono arrivate a 2,9 miliardi e di spumanti a 708 milioni.